domenica 27 dicembre 2020

Nel tardo autunno

 

Nel tardo autunno, le stoppie e le vigne delle Langhe sono silenziose e disadorne, e su di esse riposa una nebbia sottile. A notte fonda la nebbia si fa più densa, e nelle colline di Santo Stefano Belbo camminano le ombre di Cesare Pavese e di suo cugino. Parlano, raccontano e ricordano, e come allora ripetono: "La Langa non si perde". Sono le ombre di due giganti.

domenica 20 dicembre 2020

Preghiera di Natale

 

Quando gli angeli ti rapirono, portarono in cielo anche il tuo violoncello. In questa notte unica e attesa da tutti, buon Natale. So che a mezzanotte gli angeli veglieranno il Salvatore, e li allieterai con il tuo violoncello. Vorrei che tu ascoltassi queste mie povere e poche parole: "Anche i vecchi sognano ancora come allora". 
Buon Natale. 






domenica 13 dicembre 2020

Le poesie dell'autunno

 

Vorrei tornare lassù quando la selva è spoglia e silenziosa. Poi costruire una capanna, chiudere la porta e ricordare cose lontane. Le poesie dell'autunno sono le foglie morte lungo i sentieri e nei fossi: ricordano, raccontano e di notte piangono. Le poesie dell'autunno sono le ultime foglie spente, che, accompagnate dal vento, cadono nelle sorgenti e, danzando, si lasciano trasportare alla ricerca di un ricordo. 
Ho perso la tua luce, e ti cerco tra le nebbie e le foschie, ma vedo solo ombre. Di notte, a Casa del Monte, si sente l'eco del tuo canto, e piangono gli dèi. 

domenica 6 dicembre 2020

Una volta sola

 

Rivedo le luci delle stelle sul deserto addormentato, e il volto di uomini dimenticati che conoscono i segreti della malinconia e i colori dei ricordi. Da tempo sono tornato lassù, sui miei monti. Nei giorni di sole guardo i tramonti e le agonie delle ombre. Ma in autunno, quando le nebbie sono grigie, vedo la tua ombra che cammina sgomenta, e io divento triste. Fermati e dimmi dove vai e cosa cerchi. Perché non mi appari in un giorno di sole nell'incanto del bosco? Basterebbe una volta sola, e avrei per sempre la gioia del pianto. 

domenica 29 novembre 2020

Solo gli angeli

 

Vicino  a quella sorgente, tra le ombre della selva, crescono ancora quei fiori selvaggi che tu amavi tanto. Ricordi? Dicevi: "Non raccoglierli quei fiori, perché appartengono al cielo. Fu così bello guardarli insieme a te". Oggi, come allora, sono tornato lassù da solo, e i miei occhi ti cercavano. Ho raccolto un fiore perché mi sorrideva, e aveva la luce e i colori dei tuoi occhi. Sapevo che solo gli angeli possono raccoglierli assieme a te. Se non dovevo, perdonami. 

Torno nella grande pianura color ruggine con quel fiore, e sarà bello piangere ricordandoti. 

domenica 22 novembre 2020

Sotto un cielo

 

Da vecchio, con passi lenti e faticosi, sono salito fin lassù, a Casa del Monte, dove vissi da bambino. Dopo tanto tempo, volevo ascoltare le porte del silenzio. Trovavo solo lo sguardo duro e muto delle pietre, che conservano segreti, misteri e ricordi. Tra gli sterpeti, un fiore solitario sotto un cielo pensieroso, e lo sguardo curioso di un gatto.

domenica 15 novembre 2020

L'angolo scuro

 

Verrà novembre. Lassù, a novembre, quando la selva è spoglia e senza echi, in un angolo scuro sboccia un fiore solitario. Ha i colori di un'oasi lontana, e sfumature di una ferita. Ama le nebbie, e le foglie che cadono lente per non far rumore, e teme il vento. È il fiore della mia solitudine, e la luce la riceve dalla tua piccola ombra. Tornerò a novembre. Come sempre vi verrò a trovare a novembre, come un pellegrino. Chiederò al silenzio di ascoltarmi, e racconterò di te. L'angolo scuro si sta riempiendo di foglie morte, e su di esse cadranno le mie lacrime come un regalo. Sarà bello piangere a novembre.

domenica 8 novembre 2020

Sotto un cielo cupo

 

Camminavo sotto un cielo cupo. Nei sentieri e nei boschi senza voci, cadevano lente le pallide foglie di novembre. Tacevano le siepi, e sui rami spogli riposavano le ombre. Le felci erano ancora verdi, e tra i muschi ingialliti scorreva una piccola sorgente. Mi parlava di una storia lontana, e di terre assolate. E io vagavo confuso e perduto, e cercavo le tue piccole mani. Fino a quando c'eri tu, era bello l'autunno. Di quella felicità è rimasto solo il ricordo. E il tempo se ne va in silenzio, e in silenzio si estinguono le ore. Il tramonto le cattura e le porta lontano. Solo le pietre sono senza tempo. 

domenica 1 novembre 2020

Ti rivedrò?

 

Quel giorno ti dicevo: "Camminiamo adagio. I fiorellini della selva appartengono al cielo, e solo il cielo conosce il loro nome. Non pestiamoli, piangerebbero gli angeli. Amano la luce timida delle ombre, e le edere che ascoltano i silenzi dei tramonti. Quassù vivono gli dèi fuggiti dagli uomini. Sono invisibili, e in questo momento ci guardano. Lo sai che conosco i segreti dei fiori, la melodia delle sorgenti, e i racconti dei cipressi. La tua luce me la rubò il tramonto, e piansero le rose. Ti rivedrò?"

domenica 25 ottobre 2020

Quel sentiero

Eri esile. Il tuo corpo profumava di cielo, e le ombre cercavano il tuo sorriso. Avevi il pallore delle roselline bianche nascoste nei raggiai della selva. Oggi ripercorro quel sentiero che aspetta le parole del vento. Il ricordo cerca la solitudine, e ama il silenzio. In lontananza, tra erbe, edere e gigli, per te piange una sorgente. Nel buio di un fosso sono rimaste alcune tue foglie. Ora danno luce a quel ricordo che sta morendo di una lenta agonia. 
Le roselline bianche, nascoste nella selva, te le porteranno gli angeli. 

 

domenica 18 ottobre 2020

Sul lago

 

Cadevano lenti e leggeri i fiocchi di neve sul lago desolato, e le finestre del maniero erano chiuse. Un uccello disperato su un ramo nero, e tristi silenzi. Di notte, echi come ferite, e il buio delle stelle. 

Nel fondo addormentato del lago riposa un ricordo.

domenica 11 ottobre 2020

La quercia e il mistero

 

Un po' curvo, ripercorrevo le alture che mi avevano cullato da bambino. Ritrovavo una sensazione di pace, e la luce di una malinconia mai sopita. Lo sguardo del cielo baciava la silenziosa radura. Il sole vagava tra i pendii delle montagne, e cercava le ombre. Una vecchia quercia solitaria mi aspettava, per raccontarmi le parole del vento. Amareggiata e dispiaciuta come non l'avevo vista mai, sussurrava: da tempo il vento del deserto tace. A volte penso che mi abbia nascosto qualcosa. Avrò il coraggio di ritornare ad ascoltarla?

domenica 4 ottobre 2020

Non tornerà

 

Ignoratelo quel vecchio dagli occhi sognanti, da poeta di montagna. Ha faticato per arrivare fin quassù. Non disturbatelo: sta cercando sogni che non torneranno più. Non guardatelo mentre raccoglie i fiori del giardino che fu suo. Andrà a bere a una sorgente dove vive un'ombra, e, nella sua mente, scorreranno giorni felici. Non guardatelo, altrimenti l'ombra fugge. Non sorridete, quel sogno è soltanto suo. Lasciatelo tornare a casa, convinto che nessuno l'abbia visto. Perdonatelo: non tornerà mai più.


domenica 27 settembre 2020

Moriva la notte

 

Il tramonto stava spegnendo gli orizzonti, e colorava la mia malinconia di pallida luce. Restavano solo il silenzio e i sogni di un tempo. Dai fiori, che tu più non raccogli, erano caduti petali celesti tra i rigagnoli delle sorgenti, baciate dalle felci e da ombre di ricordi. Nella notte, lo sguardo delle stelle ti cercava fra i sentieri muti. Moriva la notte, e si spegneva il ricordo, e fuggivano le ombre. Solo allora, vecchio, pensoso e stanco, cercavo la tua mano e la tua luce. 

domenica 20 settembre 2020

Le foglie morte

 

Ottobre sognava e giocava con le foglie dorate, e i miei occhi cercavano la tua luce. Nulla era cambiato lassù.  Solo il cipresso, che faceva ombra alla fontana, non c'è più. Al suo posto era cresciuto un giglio, e io continuavo a cercare la tua luce. Dal cielo erano cadute lacrime sulle tue foglie morte, colorandole di malinconia e di riflessi di lontani ricordi. Lo sai che ho paura delle tue foglie morte. Ma eri tu che avevi pianto? Quando la luna riposerà tra le ombre dei sentieri, dove dormono i fiori, cercherò la tua luce. All'alba regalerò l'immensa tristezza all'ultima stella. 

domenica 13 settembre 2020

Tramonto d'autunno

 

Il tramonto dipingeva di luci tenui i sentieri, e la vecchia quercia raccontava leggende di un tempo lontano. L'azzurro del cielo si stava spegnendo, e si sentiva il respiro delle montagne. Le viole cresciute sui muschi erano addormentate. Mormoravano le sorgenti, e da lontano rintocchi confusi di una campana. La luna macchiava di luce dorata le foglie, e sfiorava la mia tristezza. I silenziosi cipressi ascoltavano, ricordavano, e tacevano. Nel bosco è rimasta una rosa solitaria che nessuno raccoglie.

domenica 6 settembre 2020

Visioni

 

Sedevo su una pietra striata da pallido muschio, e osservavo le montagne. Le cime si confondevano con l'azzurro del cielo, e nell'azzurro il profumo di Dio. Ascoltavo la sorgente che, mentre scorreva, inciampava tra fiori profumati e selvaggi, e tra strisce di muschio dal verde intenso. Raccontavo una storia e tornavano visioni del passato. Chissà se a Casa del Monte, dove non posso più tornare, nel giardino incolto, volano ancora le farfalle. 
Lassù, di notte, è come un tempio, e la luna una lanterna con riflessi di crepuscolo. Tra gli abeti si è spenta la tua voce. 

domenica 30 agosto 2020

Un giorno d'autunno

 

Il sole dell'estate cerca le ombre per ferirle. La sua luce confonde e sporca i ricordi, e i tramonti sono una lunga agonia. Quando i cieli saranno grigi e si confonderanno con le nebbie autunnali, apri la finestra del maniero. La mia finestra è già aperta, e, anche se lontani, saremo insieme come allora. È l'autunno che non si dimentica di noi, e ci concede questo regalo. Cammineremo tenendoci per mano come quel giorno sul sentiero che porta al lago, tra foglie strapazzate dai venti, e accarezzate dalle nebbie; e, su un ramo nero, sarà un corvo a guardarci. 
Mi chiamerai, e io ti risponderò. Dalle foschie che nascondono le acque del lago, sentirai la mia voce che ti ripeterà quella poesia che amavi tanto. Chiuderemo le finestre insieme in un giorno d'autunno. 

domenica 23 agosto 2020

Solo il vento

 

Quel giorno la fontana taceva, e il cielo era azzurro. Gli alberi tristi temevano il vento, e il cielo sempre azzurro. Nelle siepi si stavano spegnendo le melodie degli uccelli, e il cielo era ancora azzurro. L'eco di una misteriosa campana feriva il grande silenzio che regnava a Casa del Monte, e nel cielo azzurro vagava una nube. Una donna, con una lunga gonna e un velo nero in testa, posava fiori di bosco nella Maestà, davanti al quadro della Madonna. Mentre partivo, il gatto mi guardava sgomento. 
Tu sai che solo il vento del deserto conosce la nostra storia, e la malattia di quel ricordo. Ho detto al vento di portarti la mia ombra. Questa volta non posso mandarti i miei versi: hanno i colori della malinconia infinita, e le luci delle nebbie dei lunghi autunni.

domenica 16 agosto 2020

Il gatto

 

Novembre stava finendo, e nei castagneti riposava la nebbia. In un metato le castagne si stavano essiccando lentamente. Dagli alberi, si staccavano silenziose foglie morenti, e un vento tranquillo le accompagnava sul terreno umido e nei fossi. Tra le foglie camminava un ghiro alla ricerca di un ricovero, per difendersi dall'inverno. Gli occhi di un gatto selvatico mi osservavano attentamente e con interesse. Per un momento, ricordai quel gatto che, da bambino, mi fu compagno e amico. Al ritorno, pensai al prossimo autunno. Ma lo sguardo e la luce degli occhi di quel gatto non mi abbandonava.
Ora un dubbio mi assilla: quello era il gatto della mia infanzia?

domenica 9 agosto 2020

Il tango

Questa è una storia vera, di altri tempi, e raccontata oggi fa sorridere. Erano gli anni Cinquanta del secolo scorso. In un borgo solitario dell'appennino tosco-emiliano, un vecchio era tornato dall'Argentina. Certamente non aveva trovato fortuna. Parlava ancora il dialetto con qualche difficoltà, e lo chiamavano l'Argentino. Sistemò in qualche modo la vecchia casa, ormai in condizioni disastrose. Sradicò ortiche, erbacce e sterpaglie da un fazzoletto di terra, dove fece un orto. Aggiustò una vecchia panca e una sedia, e le portò sul portico. Sulla sedia mise un grammofono, e, prima del tramonto, era solito sedere con il gatto sulle ginocchia, mentre ascoltava un tango. Io ero un bambino, e sia lui che il gatto si affezionarono a me. Il vecchio ascoltava e rispondeva alle mie domande, con pazienza e interesse.

Quell'uomo era arrivato in silenzio e in silenzio se ne andò in un giorno d'estate, quando il sole è duro a morire. Al tramonto, arrivò il curato del paese per recitare il rosario. Io ero sul portico con il gatto, che non mi abbandonava. Qualcuno chiese al curato se fosse possibile ascoltare un tango, o se fosse peccato; il prete rispose che era possibile e si fermò ad ascoltare. 

A me rimase il gatto e il ricordo di quel tango.

domenica 2 agosto 2020

L'antica malinconia


Il sole di ottobre accarezzava la collina, e nelle stoppie le foglie gialle. Un docile vento percorreva e sfiorava i vigneti, e lontano le nere ombre delle montagne. Andrò lassù a novembre, quando le nebbie nascondono le nubi e le colline, e nel silenzio mi parleranno di te e della tua antica malinconia. 

domenica 26 luglio 2020

Autunno


Cercami lassù, quando il sole autunnale bacia le foglie dorate. Cercami quando il tramonto raccoglie ricordi e sogni, trascinandoli oltre la collina. Mi siederò su quella radura, e aspetterò che il vento mi porti la tua ombra, fuggita da un triste maniero. Lo sguardo dell'autunno mi cerca a Casa del Monte.

domenica 19 luglio 2020

L'eco


In quel muto sentiero, è rimasta soltanto l'eco della tua voce lontana, e il mormorio delle foglie. Tornavo lassù in un giorno di primavera. Le falene riposavano e sognavano sui fiori colorati da tracce di lacrime, e riaffiorava la tua immagine. Sarò di nuovo lassù, quando le nebbie silenziose cercheranno l'eco della tua voce tra le foglie spente. 
Tu sei quel dolce e lontano ricordo, che mi tiene per mano su quel sentiero che profuma di cielo. 

domenica 12 luglio 2020

La nebbia


Quando arrivano le grigie e silenziose nebbie dell'autunno, salgo lassù per cercare la luce della tua ombra, e ascoltare la tua voce tra le foglie spente. Al ritorno, sui sentieri, gli echi di un'antica malinconia illuminano l'anima. I rami spogli macchiano la nebbia con sfumature di sogni.

domenica 5 luglio 2020

Quel ragazzo


C'eravamo incontrati in quella terra, dove il deserto spegneva gli orizzonti. Io ero un ragazzo straniero, e tu già donna dallo sguardo un po' materno. Ascoltavi con interesse le storie e le leggende del mio appennino, dove sognavo di camminare tenendoci per mano sulle coste di Casa del Monte. Ma ti ho persa per sempre in un giorno di sole. Non c'erano né amici né parenti ad accompagnarti. Il cielo era muto, e anche il vento taceva. 
Ora sono vecchio, i capelli sono radi e bianchi, il passo è lento e un poco stanco. Quando cammino per la città, spesso sussurro il tuo nome. Quando qualcuno sente, mi sorride, scuote la testa e se ne va.

domenica 28 giugno 2020

La nebbia d'autunno



A Casa del Monte si sono spente le voci, e sono rimasti gli echi. A volte, il vento si ferma ad ascoltare, e lentamente muore. Al tramonto scorrono nuvole, e indifferenti se ne vanno, catturate dal cielo. In estate le ombre delle querce lasciano filtrare qualche raggio di sole sulle rovine di quella casa, e ascoltano. In autunno la nebbia si posa leggera, per non ferire quelle rovine; poi si addormenta e sogna.

domenica 21 giugno 2020

Di notte


Si è spenta l'eco dei tuoi passi sui sentieri che portano lassù, e, sotto un velo di nebbia, dormono i tuoi sogni. La sorgente che mi raccontava di te tace, e anche il vento è muto. Io so che vivi in una grande città. Cammini tra folle dallo sguardo spento e assente, e non ti accorgi che sei rimasta lassù. Di notte, a Casa del Monte, gli angeli ti cercano. 

domenica 14 giugno 2020

Ombre nere



Le nuvole si erano addormentate nelle acque del lago, e sul maniero riposavano i corvi, ombre nere. Una voce, o forse un'eco, violava il misterioso silenzio, e scomparivano le nuvole. Tu non saprai mai che, quel giorno, mentre camminavo solo sulle rive del lago, mi tenevi per mano. E non saprai mai che, durante le ore della malinconia che accompagnano il tramonto, torni e mi allunghi la mano. Perché non apri le finestre del maniero?

domenica 7 giugno 2020

La nebbia di novembre


Voglio tornare lassù a novembre, quando le nebbie invadono i sentieri, e i passi calpestano foglie agonizzanti, e tornano echi antichi. Voglio tornare lassù a novembre, quando lo sguardo del cielo, ferito dalle nebbie, tace, e gli orizzonti sono spenti. Voglio tornare lassù a novembre, per cercare quel ramo spezzato che qualcuno gettò nelle acque di un fosso. È la nebbia di novembre che mi chiama lassù. 

domenica 31 maggio 2020

Il silenzio

Il silenzio ha la tua voce, e il tramonto i colori dei ricordi. Le parole le raccoglierà il vento, sussurrate da un lontano deserto. Io sarò lassù ad ascoltarle.

domenica 24 maggio 2020

La fontana d'autunno

C'è una fontana lassù: di giorno ricorda e di notte piange. Il vento d'autunno trascina qua e là le foglie morenti e disperate, e la fontana ascolta. Quando la sera piange, la fontana ricorda. A volte passano nuvole basse, portando echi di una storia lontana, e la fontana ascolta. Solo il vento del deserto conosce quella storia, e la racconta alla fontana.
La fontana ascolta e lentamente si spegne.

domenica 17 maggio 2020

Dal maniero

Il sole dell'autunno morente sfiora timido le possenti mura del superbo maniero. Nelle acque del lago dorme un ricordo, sul quale sono cadute foglie spente portate dal vento. Nelle notti fosche e nebbiose, una finestra del maniero rimane sempre aperta, e nel silenzio si sente un notturno di Chopin, mentre il vento tormenta quel ricordo. Se mi cerchi, guarda le ombre dei tramonti, e mi troverai.

domenica 10 maggio 2020

Se mi cerchi

Se cerchi quel ricordo, non salire su quella collina quando il sole l'illumina, e i cipressi guardano il cielo. Va' lassù a novembre. Le nebbie saranno dense e confonderanno le luci del tramonto, e anche il vento non ti tormenterà. Tra le nebbie di novembre, a Casa del Monte, si è spenta la voce di un bambino.

domenica 3 maggio 2020

La sorgente

Nei boschi celesti non ci sono sentieri. In una sorgente riposa un angelo azzurro. Nessuno sa come e da dove sia arrivato. Un vecchio vorrebbe salire lassù per cercare ricordi di un sogno lontano. In un giorno di sole s'incammina, in quei luoghi incantati, amati anche dal cielo e visitati dagli angeli.
La sorgente ormai è vicina, e il vecchio vuole dissetarsi. Ma è molto stanco: deve fermarsi per riposare. Dalla sorgente scende una melodia, che gli ricorda un'oasi lontana. Rimane confuso e ritorna a casa. Non saprà mai che quell'angelo azzurro, lassù in quella sorgente, lo stava aspettando.

A Casa del Monte, un timido e tiepido vento accarezzava un salice piangente.

domenica 26 aprile 2020

Scendeva la nebbia

Camminerai sola tra sentieri e boschi spogli, per ritrovare l'eco di una voce rimasta nelle foglie spente, inumidite dalla nebbia, e ti ricorderai di me. Guarderai il cielo e vedrai nubi stanche, e ti ricorderai di me. Ascolterai i racconti delle nebbie nascoste nei fossi, e ti ricorderai di me. Quando sentirai la campana che annuncia il tramonto, ti scorderai di me.
A Casa del Monte scendeva la nebbia.

domenica 19 aprile 2020

Il cipresso

In un angolo buio di un maniero lontano e solitario, sono rimaste impronte azzurre dove dormono i ricordi. Nelle acque del vicino lago un'ombra si sta spegnendo, in attesa che qualcuno apra le finestre del maniero, e nel cielo passano lente nuvole antiche.
A Casa del Monte il vento ha sradicato il vecchio cipresso.

lunedì 13 aprile 2020

A Granada

Io so dove trovarti. C'è un vento solitario che io solo conosco, e mi aspetta lassù. Quando il sole dà l'ultimo bacio alle curve dei monti e se ne va, e i fiori cominciano a sognare, mi racconta di te. È un vento discreto e rispettoso dei miei autunni. Lentamente e con garbo diceva: "Non posso più parlarti di lei". Un notte, in quel muto deserto, raggi di luce celeste illuminavano l'ombra sepolta in una duna, e gli angeli la portavano in cielo.
Quella notte, nelle vie di Granada, si udiva l'eco del Cante jondo.

domenica 5 aprile 2020

La quercia ferita

Cadevano stanchi fiocchi di neve pallidi come i miei sogni, e gli uccelli silenziosi volavano alla ricerca di bacche rosse. Tra gli alberi spenti e nei fossi, i lamenti di un gelido vento smorzavano l'eco della tua voce, e lo sguardo del cielo era assente. Il peso della neve aveva spezzato un grosso ramo da una vecchia quercia, già mutilata dalle tempeste. Ora è un'ombra nera sulla neve.
A Casa del Monte, nella notte, si ferma il vento a una finestra: ascolta il pianto di un bambino e lo porta lontano.

domenica 29 marzo 2020

La luce celeste

Tra le ombre di un fosso era cresciuto un esile fiore, dal colore pallido. Cercava disperato un raggio di sole, e uno sguardo dal cielo. Qualcuno calpestò con rabbia quel timido fiore. Da quel momento, i raggi del sole illuminano quel fosso di luce celeste, e nei sentieri di Casa del Monte le falene baciano i fiori.

domenica 22 marzo 2020

Il racconto del vento

In quel lago lontano e solitario, si specchia l'ombra nera di un maniero. D'autunno, le grigie nebbie la cancellano, e fuggono i cigni. Arriva un vento strano e misterioso, e si ferma ad ascoltare. Di notte, in una città di pianura lontana e triste, qualcuno apre una finestra, e aspetta il racconto del vento.
A Casa del Monte, quella notte, tutte le finestre erano chiuse.


(La foto è tratta da qui: https://www.flickr.com/photos/mongannalisa/5386779777/)

domenica 15 marzo 2020

Tramonto

Silente, camminavo su sentieri antichi, su cui era rimasta la melodia dei tuoi passi, e ascoltavo i racconti del cielo. Al tramonto sarò lassù, dove da bambino mi hanno accolto come un figlio, e guarderò attentamente le ultime luci che abbandonano le montagne. Nel buio della notte, a Casa del Monte, un'ombra mi cerca, e la fontana tace.

(La foto è tratta da: https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g194919-d1749026-i72210390-Hotel_Principi_di_Piemonte-Sestriere_Province_of_Turin_Piedmont.html)

domenica 8 marzo 2020

Non sognarmi

Stavo sognando, e le ultime luci del tramonto abbandonavano le colline; e, nel cielo, qualche timida stella. Mi apparivi come allora, mentre ballavi il flamenco, e i tuoi occhi misteriosi di gitana mi cercavano. Se ancora ci sei, dimenticami. Quel sogno è sepolto dove gli orizzonti svaniscono e si confondono con il cielo. Non sognarmi: vedresti un vecchio che cammina in una città disperata, i cui fiumi scorrono stanchi. E il vento tace. Dimentica e non sognarmi.


(La foto è tratta da qui: https://www.fotocommunity.it/photo/tramonto-invernale-sulle-colline-pa-andrea-belicchi/30240976)

domenica 1 marzo 2020

Se vuoi

Non andare via. Rimani là, nell'oasi di quel silenzioso deserto. Il cielo ti guarda, ed è ancora azzurro. Non andare via. Di notte le stelle sono vicine e ti cercano. Rimani là. Potrai vedere il volto di Dio, e udire il coro degli angeli. Non andare via. Qui troveresti solo caos e follia. L'azzurro del cielo è macchiato da ombre nere, e il sorriso della luna si è spento. I poeti, da tutti derisi, sono fuggiti. Quando la nebbia di novembre sarà più intensa, salirò nei castagneti di Casa del Monte, e, se vuoi, mandami per un attimo la luce della tua ombra. Non andare via, rimani là.

domenica 23 febbraio 2020

Il maniero

Tu vivi sola in un lontano maniero, nel quale conservi i ricordi, e non apri mai le finestre. Spalancale, e ascolta la voce del vento. Sentirai parole antiche ed echi lontani. Di notte, guarda il cielo, e vedrai quella stella che illumina una memoria sepolta nel deserto. Io salirò lassù, a Casa del Monte, per cercare quella stella e sognare assieme come allora.

domenica 16 febbraio 2020

Oltre l'azzurro

Riposavo sulla cima della collina, e il cielo non era mai stato così azzurro, azzurro e vicino. Nell'incanto dell'azzurro, dal coro degli angeli si udivano cantate di Bach. Poi silenzio, e nel silenzio dal tuo violoncello una sonata di Bach.
Mentre gli angeli ti applaudivano, io ti sognavo.

domenica 9 febbraio 2020

Il vento

Dove inizia il sentiero tortuoso che sale tra quelle coste, c'è una maestà e, sul suo tetto, una croce di ferro che cerca l'azzurro del cielo. Prima di salire, osservo il volto della Madonna. Sussurro una preghiera, e lo sguardo della Vergine sembra dirmi: continua il cammino.
Rassicurato, vado lassù per ritrovare la luce di quegli occhi che il vento ha portato da un silenzioso deserto, per farmi rivivere quel sogno di tanto tempo fa. Ora quella luce illumina una sorgente, che scorre tra erbe profumate e gigli montani. Vento, non tornare a riprendere quella luce. Rimani là, in quel muto deserto. Ti prego, lasciami quel ricordo.
A Casa del Monte, in una fontana, sono cadute lacrime di un angelo.

domenica 2 febbraio 2020

Il fantasma

Lassù, in una misteriosa sorgente, si specchia l'ombra di un fantasma, e nel silenzio della notte le stelle la cercano. Prima che la neve e il ghiaccio nascondano l'ombra di quel fantasma, arriva un vento da un lontano deserto, e la riporta in una duna.
Sulla piccola sorgente giace un ramo, che il peso della neve ha spezzato da un abete. Nelle notti di luna piena, si apre una finestra nel borgo di Casa del Monte, e qualcuno, assieme alle stelle, aspetta il ritorno di quel fantasma.

domenica 26 gennaio 2020

La radura

Da vecchio, solo e con fatica ero tornato come uno straniero, senza far rumore, su quella radura dove, un giorno di novembre e di nebbie, una mano ignota aveva nascosto i miei sogni di bambino. Al ritorno, nel sentiero il fogliame era mosso dal vento, e mi parlava di silenzi lontani. Nella sorgente, impronte azzurre, e su un ramo spezzato vecchie lacrime. A Casa del Monte gli orizzonti erano spenti.

domenica 19 gennaio 2020

Il vecchio

Le ombre dell'autunno morente erano fosche, e sui sentieri misteriosi silenzi. Una nebbia azzurra si adagiava su una piccola sorgente, che raccontava una storia lontana a un'ombra celeste. Tra le foglie marce e il muschio scivoloso, i passi lenti e grevi di un vecchio. Mentre il vecchio si avvicinava alla sorgente, la nebbia azzurra svaniva, e la sorgente taceva.
Raccontano che, di notte, quel vecchio cammini nei fossi di Casa del Monte, dove non scorre più acqua.

domenica 12 gennaio 2020

Le parole del vento

A Casa del Monte, tra le macerie di quella dimora, era caduta la vecchia quercia. Aveva disperso sulle pietre nidi disfatti, e qua e là tracce di muschio. Camminavo in boschi ormai spogli, e, danzando, qualche foglia dorata si posava sulla mia spalla.Nei fossi, ombre bianche di brina e di foglie secche strapazzate dagli uccelli. Da una radura, mi sembrava di udire un lamento o forse un pianto. Niente di tutto questo. Era la voce del vento. Mi raccontava quella storia lontana, e mi diceva di non dimenticare quel sogno sepolto in una silenziosa duna. Al ritorno, scendeva la nebbia e si posava sonnecchiando sugli alberi spenti.
Nel mistico silenzio autunnale, tra la nebbia sempre più fitta, l'eco di un tragico flamenco.

domenica 5 gennaio 2020

La sorgente blu

Lassù, lungo sentieri autunnali, un giorno si è persa la tua ombra, e piangevano le foglie dorate inumidite dalla nebbia. Ora è rimasto solo il silenzio, e lo sguardo triste del cielo.
Una notte ho fatto un sogno. Mi sei apparsa tu, e dicevi: «La mia ombra è stata catturata dagli dèi, e ora riposa in una sorgente blu, invisa ai mortali».
Da allora, di notte le stelle mi cercano sui pendii di Casa del Monte.