A Casa del Monte, tra le macerie di quella dimora, era caduta la vecchia quercia. Aveva disperso sulle pietre nidi disfatti, e qua e là tracce di muschio. Camminavo in boschi ormai spogli, e, danzando, qualche foglia dorata si posava sulla mia spalla.Nei fossi, ombre bianche di brina e di foglie secche strapazzate dagli uccelli. Da una radura, mi sembrava di udire un lamento o forse un pianto. Niente di tutto questo. Era la voce del vento. Mi raccontava quella storia lontana, e mi diceva di non dimenticare quel sogno sepolto in una silenziosa duna. Al ritorno, scendeva la nebbia e si posava sonnecchiando sugli alberi spenti.
Nel mistico silenzio autunnale, tra la nebbia sempre più fitta, l'eco di un tragico flamenco.
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