domenica 29 dicembre 2019

A novembre

In un lago solitario e selvaggio, quando arrivano le nebbie di novembre si sente il pianto di un cigno nero. A novembre, in una cattedrale, da un organo note di Bach, e la presenza di Dio, e il profumo del cielo. Dalle alte vetrate gli angeli che ti videro a novembre ora ti cercano. C'è qualcuno che arranca su un sentiero, dove una nuvola si è persa tra alberi cupi e neri. Ed è novembre.
A novembre, in un maniero, un'ombra mi cerca.

lunedì 23 dicembre 2019

domenica 22 dicembre 2019

Quel giorno

Volevo vedere le ceneri dei ricordi. Quel giorno, i sentieri e le ombre riposavano sotto un velo di nebbia, e la montagna taceva. Nel borgo il vento portava echi di voci lontane, ma non c'era più nessuno ad ascoltare. Dagli alberi si staccavano stanche foglie giallastre e rossicce. In quel silenzio, nessuno avrebbe disturbato la mia malinconia. Ascoltavo quella sorgente che, mentre scorreva, raccontava una storia di sogni smarriti in un deserto, e che il vento non riusciva a raccogliere. Il cumulo di pietre della casa aveva sfumature celesti e di memorie ormai spente. Tra le pietre, il resto di una porta mai aperta, e una targa con un nome che le intemperie stavano cancellando, o forse ferendo. La presi e la nascosi in un fosso.
A Casa del Monte, nella fontana, è rimasta l'ombra di un bambino.

domenica 15 dicembre 2019

La nebbia era

La nebbia era fitta e scura a Casa del Monte, quel giorno di metà novembre. In quel giorno di metà novembre, si chiudevano le porte e le finestre a Casa del Monte. Verso sera, a metà novembre, qualcuno apriva una porta a Casa del Monte. Un uomo, con un lungo tabarro nero, o forse un monaco varcava quella porta, ed era metà novembre a Casa del Monte. Di nuovo quella porta veniva chiusa, e il grande silenzio che regnava era interrotto dal pianto di un bambino, a Casa del Monte.

A metà novembre, quando la nebbia scende, chiudono ancora le finestre e le porte a Casa del Monte, e non si sente più il pianto di un bambino.

domenica 8 dicembre 2019

Visione

Solitario, vecchio e un poco stanco, raggiungevo quella radura silenziosa che guardava e ascoltava le parole del cielo. La luce del tramonto mi accompagnava. Nel silenzio cercavo una visione che il tempo non aveva cancellato.
Se ancora ci sei, ti vedo camminare, stanca e anonima, in una città vecchia e nobile, dove in ogni angolo è rimasto e rimarrà l'eco del tuo canto. Se mi ricordi, in quel luogo assolato e sperduto in cui c'incontrammo, sarai sorpresa. Sognerai un bambino seduto davanti al camino, assieme al suo inseparabile gatto, e Casa del Monte dipinta dalla neve, e la fontana con l'acqua gelata che tace.

domenica 1 dicembre 2019

Il segreto

Voglio svelare un segreto. È un segreto che appartiene al cielo e agli angeli. Hanno deciso che, a Natale, il Salvatore apparirà in una capanna nelle foreste della Garfagnana, un tempo dimora degli gnomi. San Francesco è già sceso, e, con l'aiuto dei lupi e dei laboriosi ospiti delle tane, preparano la culla per il Bambino Divino. Vorrei chiedere a un vecchio amico eremita, che viveva lassù, perché dal cielo hanno scelto quel luogo. Purtroppo l'amico eremita se n'è andato per sempre.
Adesso chiedo a chi mi legge la risposta.

domenica 24 novembre 2019

L'uomo

L'uomo del XXI secolo è la tragedia del pianeta Terra.

domenica 17 novembre 2019

La melodia d'autunno

Volevo rivedere quei luoghi da cui provenivo, e che non avevo mai dimenticato. Era di novembre, e il cielo alto e sereno mi guardava. Sui pendii e lungo i sentieri, un velo di nebbia abbracciava i ricordi colorandoli di malinconia. Sui raggiai spenti, gli uccelli beccavano le bacche rosse. Camminavo tra foglie umide e giallognole, e gli alberi neri e spogli mi riconoscevano. Nel bosco, da un essicatoio usciva fumo, e intorno profumo di castagne, e dal cielo la melodia d'autunno. . Guardavo in alto e ti cercavo. Nel cielo si apriva una porta e appariva una luce celeste: la luce divina del tramonto.
Al ritorno ti rivedevo come allora: esile e col viso dal pallore dei gigli di bosco, i tuoi occhi riflessi in quel lago lontano e solitario. In quel giorno di novembre capivo che Casa del Monte non mi aspettava.

La casa sulla costa, nella quale avrei voluto portarti, è diventata dimora delle nebbie, e i venti l'attraversano portando l'eco del tuo violoncello

domenica 10 novembre 2019

Novembre

Tornava nella casa dov'era nata e cresciuta, per ricordare e vivere con quel sogno. Ma a novembre se ne andò per sempre, rapita da una nuvola leggera. Le nebbie riposavano nei sentieri spogli e gettavano un velo sulle foglie morte. Su un vecchio tronco, pendeva un ramo nero in balia del vento.
Tornavo lassù a novembre per ascoltare i racconti delle nebbie autunnali. La porta della casa era aperta, e un gatto attendeva che qualcuno tornasse a cercare cose dimenticate. Nella Maestà, in parte diroccata, giaceva il quadro della Madonna. Sui sassi erano rimaste le impronte di vecchie lacrime, che il tempo non può cancellare. Mentre guardavo quell'immagine, la nebbia si tingeva d'azzurro.
Tornerò a Casa del Monte per piangere a novembre.

domenica 3 novembre 2019

La nebbia di mezzanotte

C'è un borgo solitario e silenzioso, che chiamano "I boschi", sotto la curva di un monte, dove riposa l'azzurro del cielo. È un borgo che da tempo tace, ma non dimentica nulla. Mi aspetta nelle sere d'autunno, che preparano la notte ai sogni e colorano la tristezza. La nebbia di mezzanotte entra e fruga in quella casa vuota per trovare le lacrime da consegnare al cielo, e in quel momento la luce mi cerca. Nel borgo, di giorno, è rimasta l'eco di una campana.

domenica 27 ottobre 2019

In un giorno di sole

Spesso piango al tuo ricordo. In un giorno di sole ero tornato lassù, a Casa del Monte. La dimora in cui avrei voluto portarti era un cumulo di macerie e di travi affumicate, e le foglie dell'autunno, inumidite dalle nebbie, vi trovavano rifugio. La luce della malinconia era macchiata da visioni di un lontano dolore. Salivo su una radura conosciuta da pochi, e che un tempo fu una celeste dimora degli dèi e di fantastiche leggende. Intorno a me fiori azzurri e gialli cercavano il volto del cielo, e il triste mondo degli uomini era lontano.
Al ritorno, tra le ombre del sentiero silenzioso, una voce. Eri tu che mi chiamavi?

domenica 20 ottobre 2019

Fine estate

Per il sentiero tra i prati
andremo ancora, verso il torrente
potremo così guardare insieme
la fresca acqua paziente.
Lì potremo stare in silenzio
per un attimo ancora
vicini tenendoci per mano
finché non dovremo scendere
nel paese che non conosciamo.


(Hermann Hesse, Poesie d'amore, Oscar Mondadori)

domenica 13 ottobre 2019

Il mistero

In giorno di primavera, un vecchio, aiutandosi con un  bastone, risaliva il sentiero che portava a Casa del Monte, dove quattro dimore di sasso cercavano il cielo. Il vecchio si guardava intorno e sorrideva ai fiori. Tra i raggiai riposava e sognava una nebbiolina azzurra, e nel fondo dei fossi la melodia degli uccelli. Lo raggiungevo chiedendogli se avesse bisogno di qualcosa, anche perché quassù nessuno lo conosceva. Mi fissava. Lo sguardo raccontava un passato lontano e misterioso, e il sorriso una dolce e antica malinconia. Rispondeva: "Io sono il figlio di Casa del Monte".

domenica 6 ottobre 2019

Il cero

Cantava nel coro di una cattedrale. La sua voce soave oltrepassava la volta, e le guglie la facevano salire al cielo, mentre gli angeli attendevano. Quando si spegnevano le luci, usciva. I suoi nobili parenti l'aspettavano per riportarla al maniero, che si specchiava nelle acque tristi del lago. In quel luogo sacro, presso un angolo nascosto, qualcuno ha posato un cero, la cui fiammella azzurrognola rimane sempre accesa. Di notte, dal maniero esce il fantasma di una divina fanciulla, fasciata da seta celeste, alla ricerca di quella fiamma azzurrognola.

domenica 29 settembre 2019

Quel giorno

Percorrevo i sentieri di Casa del Monte per ritrovare i ricordi e i sogni di un tempo. Quel giorno le radure erano brulle, e il sole guardava altrove. Dall'alto delle querce, rumori ed echi oscuri. Quella sorgente che, mentre scorreva, mi parlava di te era una pietraia. Dalle alture scendeva la nebbia, portando immagini lontane - e tacevano i boschi.
Un vento sottile e crudele tormentava i miei sogni. Su quei muti e funerei sentieri, questa notte sognerà la luna.

(L'immagine è tratta da: https://www.fotocommunity.it/photo/nebbia-dautunno-giorgio-bornaccini/32338866)

domenica 22 settembre 2019

Dimenticherò

Casa del Monte, così vicina e da sempre lontana. Tu sul dolce appennino, e quel pezzo di cielo che è soltanto tuo. Ascolta le parole e i ricordi di un poeta che hai visto bambino. Da ragazzo, tra assolate terre straniere sognavo i tuoi sentieri, le falene sui fiori montani, il verde delle macchie, e la musica delle sorgenti che riempiva i silenzi di sogni. Tu che conosci i segreti dei boschi, i racconti del cielo e non solo, vienimi in sogno, e dimmi chi tagliò quel ramo da quella quercia e lo portò lontano.
Manterrò solo per me quel mistero, e lo dimenticherò. Casa del Monte, così vicina e per sempre lontana.

(Nell'immagine il dipinto Il sonno dell'innocenza, di Silvestro Lega, 1882ca)

domenica 15 settembre 2019

Casa del Monte

Lassù, sui pendii e nei boschi di Casa del Monte, la nebbia d'autunno riposa sui tronchi muti e spogli, e lontano dormono i monti, ombre nere. Sulla nuda terra tappeti di foglie morte, in balia dei venti, non hanno più lacrime. Scivola silenziosa tra giunchi, pallidi muschi ed erbe giallognole un'acqua chiara. In quel luogo sono rimasti soltanto due vecchi custodi della memoria. Raccontano che, di notte, una nebbia macchiata da un'ombra d'amore si ferma tra i giunchi per ascoltare il pianto di un bambino, e una nenia triste e sognante di una gitana. Forse è una leggenda, ma quei vecchi saggi giurano che sia vera.

domenica 8 settembre 2019

Ascolta

Amparo! Ricordi quante volte, in quella città vicina al deserto, volevi che ti raccontassi delle mie montagne? Oggi, solo e stanco, sono tornato lassù. Sui sentieri le ombre sono macchiate da fiori colorati. Sulle verdi felci giace un ramo caduto da un tronco ferito, e intorno echi di silenzi. Amparo!Ascolta la sorgente che trattiene lacrime e narra quel vecchio dolore. Non vedi la mia tristezza? Amparo! Oggi il cielo è azzurro e vicino come non mai. Scendi, e per un attimo dammi la mano: sognerò di aver camminato insieme. Troverai un vecchio con gli occhi di allora, e ti accorgerai che sono rimasto quel ragazzo al quale, in un giorno di sole, dicesti: "Arrivederci". E il deserto era più vicino.

domenica 1 settembre 2019

Solo

Fanciullo, io già non ero
come altri erano, né vedevo
come altri vedevano. Mai
derivai da una comune fonte
le mie passioni - né mai,
da quella stessa, i miei aspri affanni.
Né il tripudio al mio cuore
io ridestavo in accordo con altri.
Tutto quel che amai, io l'amai da solo.
Allora - in quell'età - nell'alba
d'una procellosa vita - fu derivato
da ogni più oscuro abisso di bene e male
il mistero che ancora m'avvince -
dai torrenti e dalle sorgenti -
dalla rossa roccia dei monti -
dal sole che d'intorno mi ruotava
nelle sue dorate tinte autunnali -
dal baleno in cielo
che daccanto mi guizzava -
dal tuono e dalla tempesta -
e dalla nuvola che forma assumeva
(mentre era azzurro tutto l'altro cielo)
di un dèmone alla mia vista -

(Edgar Allan Poe, Il Corvo e tutte le poesie, Grandi Tascabili Economici Newton, 2012. A cura di Tommaso Pisanti)

Civiltà

La civiltà e la felicità dell'uomo del XXI secolo consistono nel disprezzo del passato.

domenica 25 agosto 2019

La sorgente nascosta

Lassù, ad aspettare non c'è più nessuno, e da lontano il pianto di una campana. Tra i ruderi della nostra casa, qua e là cresce qualche fiore colorato da malinconia. Le nuvole della sera si fermano e versano lacrime in una misteriosa sorgente, e se ne vanno oltre la cima. Quel pezzo di cielo, che era tutto tuo, è rimasto come allora, e ti cerca. Di notte, il silenzio ascolta le note e il canto profondo di una gitana, che il vento porta da lontano, e l'eco sale verso le stelle che vogliono ascoltare.
Tu sei quel ricordo che riempie il tempo che va. Sui pendii di Casa del Monte sono esiliati gli dèi.

domenica 18 agosto 2019

Le foglie secche

Sono tornato lassù per ascoltare il silenzio. La solitudine purifica il pensiero, e cerca la verità. Guardo il cielo e dimentico le parole degli uomini, mentre sui monti celesti giocano le nuvole. Scorre l'acqua di una sorgente montana, tra muschi e fiori selvaggi, e parla di un ricordo senza tempo che attende la luce del tramonto. Nascosti da foglie secche ci sono fiori profumati. Aspettano un vento che viene da lontano.

domenica 11 agosto 2019

Da bambino

Da bambino, ho vissuto dove i sentieri portavano nei boschi di castagni e di antiche querce. Amavo il sole d'autunno, le nebbie, e le cupe notti misteriose e tormentate dai venti. Ascoltavo le sinfonie delle sorgenti e i loro racconti, mentre le acque scorrevano tra le erbe profumate, e si sentiva il tonfo delle castagne e delle ghiande sul terreno umido e dal colore spento.
Di sera, seduto davanti al camino, l'amico gatto, accovacciato sulle mie gambe, a ogni scoppiettìo della legna apriva gli occhi e mi fissava e, rassicurato, li chiudeva. Un vecchio saggio raccontava fole e leggende, e ogni s'interrompeva per prendere un tizzone e ravvivare la pipa. Poi una preghiera, e il segno della croce. Sul tavolo, che profumava di abete, veniva acceso il lume a petrolio. Serviva per far luce e salire sulla scala a pioli che conduceva alle camere.
Questo è un mondo che non c'è più, e fa sorridere chi legge queste righe. Ma era un mondo migliore, e i sogni non erano ancora stati distrutti.

domenica 4 agosto 2019

La sorgente

In quel giorno di sole, tutto era strano lassù. Si sentiva il profumo del cielo, e nelle ombre il respiro di Dio. Il silenzio raccontava un lontano passato e ricordi spenti da vuoti tramonti. Riposavo vicino a quella piccola sorgente, ornata da edere di verde intenso e da gigli selvaggi. Mi attendeva un'inaspettata sorpresa. Tra le acque colore del cielo, la tua ombra, avvolta da un alone rosa a forma di cuore, mi diceva: "Ho chiesto al vento del deserto di portare quassù la mia ombra nascosta in quella duna. Ero sola come te, e volevo che mi venissi a trovare".
Sulle alture di Casa del Monte riposa il vento.

domenica 28 luglio 2019

Quel borgo

Lassù è rimasta la tua ombra. Di giorno l'azzurro del cielo la cattura, e di notte riposa in una radura, cullata dagli dèi. Vorrei tornare di notte per vedere lo sguardo della luna mentre ti viene a cercare. Ma non posso: porterei malinconia, vecchi ricordi e forse dolore.
La città mi fa paura, ma devo rimanere. Le luci delle strade e dei viali sono milioni di scintille senz'anima, e le stelle piangono. Questa notte ho sognato nubi antiche su quel borgo montano, dove ho vissuto da bambino, quel borgo che chiamano Casa del Monte.

domenica 21 luglio 2019

La sorgente

Ormai vecchio, camminavo lassù. Avevo il passo lento e pesante, e i capelli grigi e radi. Sentivo il respiro delle rose di macchia, colorate da polline di stelle, e sui petali volavano le falene. Un vento piacevole ascoltava il mormorio delle foglie. Le radure, che un tempo raggiungevamo tenendoci per mano, erano monasteri sospesi in attesa di salire al cielo. Una sorgente raccontava una storia mai dimenticata. Nelle acque, era riflesso il tuo sguardo profondo di gitana, che ascoltava quella storia. Volevo lasciarti la mia ombra, ma era un'ombra stanca e fragile che viveva sola a novembre in un giardino dove i fiori erano spenti.
A volte passano nuvole lente, e sento l'eco del tuo canto e il pianto di una chitarra. Allora torna quella visione: una lunga e sottile ombra di una duna, dove quel giorno ci siamo persi per sempre.

domenica 7 luglio 2019

I barbari

Gli uomini, tristi mortali, non cercano più il sacro Graal. Le porte del Valhalla, il regno dove riposano gli dèi, sono spalancate, e si sente la melodia infinita del Parsifal. Bach ha abbandonato quel regno per trovare l'organo ferito e gli spartiti della sua musica, musica di Dio, tra le macerie di Notre Dame. Nei monasteri, sui monti selvaggi della Grecia, i volti mistici delle icone piangono nel silenzio. Nelle cattedrali, passeggiano indifferenti e sazie orde di turisti. Le pietre divine della guglia, che appartengono al cielo, giaciono sulla terra. Assomigliano a un cimitero di guerra senza croci. Se tornassero i barbari, di fronte a quelle sacre rovine farebbero il segno della croce e accenderebbero ceri.
Gli uomini, tristi mortali, non cercano più il santo Graal.

domenica 30 giugno 2019

Nell'incanto di ottobre

Nell'incanto di ottobre, tra questi boschi di ombre celesti, un tempo riposavano gli dèi. Una leggenda racconta che raccoglievano fiori da sorgenti nascoste, invise a noi mortali, e li offrivano al cielo. Oggi, sotto un cielo mite e paziente, cammino in questi luoghi. Sono quel ragazzo ormai vecchio che tu, già donna, incontrasti in quella città lambita dal deserto. Le querce, amate dai monti, mi invitavano ad ascoltare il silenzio del cielo.

domenica 23 giugno 2019

La quercia

Quel vecchio cogli occhi da bambino era tornato lassù, nel borgo spento e senza voci. In un giorno di sole riposava o, forse, sognava, sotto l'ombra di un'antica quercia ferita dalle tempeste. Come unico abitante di quel luogo muto, lo consideravo custode di lontani ricordi. Da buon montanaro, era di poche parole, ma il suo sguardo era un lungo racconto. Mi accennava di dune e deserti, e altre cose che non dirò. Fissandomi timidamente, diceva: "Quando cammini su quel sentiero, di notte si sente il pianto di un'ombra. Non tornarci".
Un anno dopo, ero lassù. L'erba sotto la quercia era bagnata da lacrime di stelle.

domenica 16 giugno 2019

Il tuono

Mentre il sole tramontava, la montagna si copriva di ombre, e nel cielo passavano nuvole dorate. Sui pendii boscosi la musica silenziosa delle foglie, e nella macchia tornavano ai loro nidi gli uccellini. Su un castagno riposava un angelo celeste. Da lontano un tuono, e l'angelo saliva verso il cielo, le cui porte si spalancavano.
Tu eri quell'angelo celeste che mi accompagnava e non mi abbandonava mai.

domenica 9 giugno 2019

Rose di macchia

Sotto l'ombra del monte c'è un piccolo mondo, dove ho trascorso la mia infanzia. Sui sentieri si sono spenti i rumori dei passi, e una fontana piange di nascosto. Ora quel luogo appartiene solo al cielo. Di giorno assomiglia a un dipinto di Turner senza cornice. Di notte è una cattedrale sospesa nel cielo. Gli dèi, esiliati dagli uomini, vi hanno trovato dimora, e contemplano il volto di Dio. A primavera, sulle rose di macchia lacrime di una madre da sempre lontana.

domenica 2 giugno 2019

Tra le foglie dorate


Le foglie di ottobre stanno ingiallendo, e nell'aria profumo d'autunno. Sul sentiero c'è un'ombra. Ha lo sguardo dei ricordi, e la luce dei sogni che la luna, di notte, viene a cercare. Tra le foglie dorate dei boschi riposano ombre di seta azzurre, e lentamente, nel mite crepuscolo, il sole muore.
Nel silenzio delle nebbie autunnali torna come sempre, lungo il sentiero, il pianto di una chitarra andalusa.

domenica 19 maggio 2019

Il poeta

Lassù le case sono vuote, e sui tigli nidificano i cardellini. Il campanile da tempo non batte più le ore. Di notte, sul sagrato, passeggiano le ombre, e tace l'organo della chiesa dove sono cadute lacrime di Bach. È rimasto solo un vecchio con un gatto. Vive vicino al torrente, in una casupola con una sola finestra quasi sempre chiusa. Quando si spegne la luce del giorno, si ritira, e ascolta l'acqua del torrente che, mentre scorre, racconta. Quei pochi che lo conoscono lo chiamano il matto, e altri il poeta.

lunedì 13 maggio 2019

Sogno


Ero tornato lassù, nei boschi dove avevo sognato e camminato da bambino. Le antiche querce ferite e piene di muschio, sentinelle della memoria, guardavano il cielo. Io cercavo le tracce e l'eco dei tuoi passi. Regnava il silenzio, un silenzio che finalmente mi raccontava cose lontane, e anche i fiori ascoltavano. Scorreva l'acqua di una sorgente, e io scivolavo su verdi muschi. 
Fra i resti della Maestà giaceva un quadro della Madonna, tra foglie screziate di celeste e portate dal vento. Io avevo un cero, e l'accendevo. Dal quadro sussulti di resurrezione. La fiammella di quel cielo rinnovava la luce della mia malinconia. 
Tornerò lassù per ascoltare il silenzio misterioso delle nebbie autunnali. 

domenica 5 maggio 2019

La gitana

Camminavo lungo sentieri amici, e il cielo era vicino. Un'ombra, un'ombra divina mi prese per mano, e ricordai orizzonti lontani. Nell'azzurro si aprì una porta celeste. L'ombra mi abbandonò e la raggiunse danzando. Quella notte sognai l'ombra sottile di una duna, e una gitana che, confusa, camminava lungo una via di Granada.

domenica 28 aprile 2019

Politica

La politica, come occupazione abituale, abbrutisce l'uomo. Politico: è cioè un individuo abituato a vivere di espedienti, a trattare secondo interesse, a transigere con il primo venuto, a sedurre gli inferiori, a considerare ogni problema come elemento o avvenimento del gioco della sua parte.
(Paul Valéry, 1930)

La politica trova sempre una formula nobile che autorizza le procedure più infami.
(P. Valéry, 1939)

Odio i partiti. Essi esigono dagli uomini una così rozza semplificazione.
(P. Valéry,1928)

domenica 21 aprile 2019

Tramonto


Tu riposi in un vasto deserto, dove gli orizzonti sono sfumati, e una duna ti protegge. Di notte, lo sguardo materno della luna e la luce discreta delle stelle ti sono compagne, compagne e amiche. A me è rimasta la malattia del tuo ricordo. Una malattia che mi consuma, e attende la luce del tramonto.

domenica 14 aprile 2019

Il cielo opaco

Cammino nel caos della città. Il cielo è opaco, e tutto ciò che è intorno mi disorienta. Rimani là, in quel deserto. Non consegnare la tua ombra al vento, non potrei proteggerla. Rimani là, il cielo è ancora azzurro e ti sorride. Rimani là.

domenica 7 aprile 2019

La transumanza

I sentieri della transumanza sono diventati il regno del silenzio, e di notte vi passeggiano gli dèi. Tra i sassi, crescono fiori che nessuno calpesta più. Di giorno il sole li illumina, e, quando si spegne, riposano. Le vie che conducono al cielo sono spalancate, e giungono echi divini. C'è una piccola radura a forma di cuore, e tra il verde una striscia di fiori rossi. Vorrei raccoglierne qualcuno, ma non posso: devo aspettare. Sotto quei fiori è nascosta un'ombra che il vento ha portato da un silenzioso deserto. È un'ombra che mi aspetta.

I bambini

Solo i bambini abbandonati dalle mamme hanno il diritto di piangere.

domenica 31 marzo 2019

Un mondo sospeso

Lassù c'è un piccolo mondo sospeso tra cielo e terra. Vive d'aria, di sole, di venti, di silenzi, e i temporali vi passano stanchi. Custodisce ricordi, storie e leggende che agli uomini non importano più, ma che il cielo vuole ascoltare. C'è una fontana che lo sa, e non ha mai dimenticato. Da tempo dialoga con l'infinito, e chiede che questo lembo di mondo sospeso venga rapito dal cielo.

domenica 24 marzo 2019

La fuga

Munite di videocamere e smartphone, folle pittoresche passeggiano nelle cattedrali, ignare del divino che vi si respira, e non si accorgono che Dio fugge. Gli altari, le statue, i dipinti e gli occhi delle Madonne cercano il cielo, ma senza poterlo trovare. Nel silenzio della notte versano lacrime, sapendo che domani tutto si ripeterà.

I corvi

Nell'Olimpo vivono e nidificano i corvi. Hanno steso una cappa invisibile sui cieli d'Europa, e si è spento lo sguardo di Dio. Ora volano liberi. Gli dèi si sono suicidati, e quei pochi rimasti vagano senza speranza.

domenica 17 marzo 2019

El cante jondo


Ricordo solo ombre, e vivo di sole ombre. Riposano lassù, nel sentiero chiuso, dove il tempo si è fermato, e mi aspettano. Il vento ascolta una storia e la racconta a una duna, nel deserto, dove i cieli non hanno confini. L'autunno porta il grande silenzio, e un tappeto di foglie piangenti lo nasconde. Sulla radura lo sguardo del cielo è macchiato dalla nebbia. Sotto il tappeto delle foglie morenti si è spenta per sempre l'eco del tuo canto jondo.

domenica 10 marzo 2019

La fuga degli Dèi

Nel cuore dell'Europa hanno costruito templi pagani, e gli Dèi sono fuggiti. Sono templi dove bivaccano donne e uomini di potere, esseri indecifrabili ma cinici e violenti. In modo subdolo e metodico hanno cancellato totalmente l'anima del popolo, che è diventato loro suddito. Ora stanno omologando i cervelli, e sono già a buon punto.
Ma lassù c'è un silenzio che aspetta, e mi prende per mano. Nell'azzurro del cielo si apre un cancello che io solo vedo, e consegno la mia anima e la mente agli angeli. Adagio il cancello si chiude, e finalmente mi sento leggero.

domenica 24 febbraio 2019

La siepe

Lassù, sotto cieli azzurri, vivono e riposano le ombre. I boschi, le piante, i fiori e le fonti custodiscono la mia anima. Lassù, è rimasto il nulla, cioè tutto: il mito, lo spirito e il volto della leggenda. E il cabaret della vita è lontano.
Non posso tornare lassù, farei troppo rumore e rimarrebbe un'eco triste, un'eco umana. I poeti scrivono che le stelle sono monache eterne. Penseranno loro a gettare uno sguardo su quel quadro di Madonna dagli occhi dolci, adagiato in un angolo di quella maestà in disfacimento. Vicino c'è un'intricata siepe, e a primavera si riempie di timide roselline bianche. È lì che da bambino ho sepolto il mio gatto, ed era aprile. Il vento, che lo sa, mi vuole bene e scuote dolcemente quei petali delicati che cadono leggeri sulla minuscola tomba.
A volte, tra la nebbia della città, torna la luce della tua immagine.

domenica 17 febbraio 2019

Il sentiero sassoso

Ora che sono vecchio e di tempo ne è trascorso, trovo singolare che nessuno mi abbia mai detto in quale paese o città io sia nato. Ho vissuto l'infanzia in un silenzioso borgo chiamato Casa del Monte. Ricordo il tavolo di castagno e la sedia impagliata sulla quale sedevo con il mio gatto adorato, che ogni tanto mi fissava con occhi pensosi. Dalla bassa finestra filtrava lenta una luce timida e malinconica: sembrava cercare qualcosa. Da sempre, mi accompagnava una visione: su un sentiero sassoso, una donna dagli occhi dolcissimi, con un carico di legna sulle spalle ricurve, che mi teneva per mano perché temeva che cadessi.
La giovinezza ma l'ha rapita il deserto.

domenica 10 febbraio 2019

Il gatto

Tutto è come allora, lassù. È rimasto solo il silenzio. Il cielo ha aperto una porta e un angelo mi sorride. Una nuvola rosa, dal fascino dolce e misterioso, riposa sulla cresta del monte. Un gatto, dagli occhi macchiati di ricordi, mi guarda, e incerto se ne va. Forse cercava una carezza.

domenica 27 gennaio 2019

Quando le nebbie

Questa civiltà mi è estranea. Ha rubato il tempo al pensiero, corrompe i sogni, violenta i ricordi, e si dimentica del cielo.
Aspettami. Sarò lassù quando le nebbie del divino autunno accarezzeranno gli alberi muti senza foglie, e riposeranno tra le macerie della nostra casa. In questa atmosfera wagneriana, la tua ombra è una luce. Sul sentiero le grigie pietre che segnano il tempo parleranno di te. Questa notte anche gli dèi riposano lassù.

domenica 20 gennaio 2019

L'oasi

Al mio paese, la ricorrenza del Santo patrono è una gran festa. Le campane suonano e l'eco percorre tutta la valle.

Quel giorno io partivo, e poi tornavo quando i rintocchi di una campana erano lenti. Cercavo una scatola di latta dove avevo nascosto essenze di sogni azzurri, ma trovavo la porta di casa chiusa.

Quel giorno lasciavo per sempre il mio paese e il suono lento della campana. Sulla scatola di latta era incisa l'immagine di un'oasi.