domenica 30 agosto 2020

Un giorno d'autunno

 

Il sole dell'estate cerca le ombre per ferirle. La sua luce confonde e sporca i ricordi, e i tramonti sono una lunga agonia. Quando i cieli saranno grigi e si confonderanno con le nebbie autunnali, apri la finestra del maniero. La mia finestra è già aperta, e, anche se lontani, saremo insieme come allora. È l'autunno che non si dimentica di noi, e ci concede questo regalo. Cammineremo tenendoci per mano come quel giorno sul sentiero che porta al lago, tra foglie strapazzate dai venti, e accarezzate dalle nebbie; e, su un ramo nero, sarà un corvo a guardarci. 
Mi chiamerai, e io ti risponderò. Dalle foschie che nascondono le acque del lago, sentirai la mia voce che ti ripeterà quella poesia che amavi tanto. Chiuderemo le finestre insieme in un giorno d'autunno. 

domenica 23 agosto 2020

Solo il vento

 

Quel giorno la fontana taceva, e il cielo era azzurro. Gli alberi tristi temevano il vento, e il cielo sempre azzurro. Nelle siepi si stavano spegnendo le melodie degli uccelli, e il cielo era ancora azzurro. L'eco di una misteriosa campana feriva il grande silenzio che regnava a Casa del Monte, e nel cielo azzurro vagava una nube. Una donna, con una lunga gonna e un velo nero in testa, posava fiori di bosco nella Maestà, davanti al quadro della Madonna. Mentre partivo, il gatto mi guardava sgomento. 
Tu sai che solo il vento del deserto conosce la nostra storia, e la malattia di quel ricordo. Ho detto al vento di portarti la mia ombra. Questa volta non posso mandarti i miei versi: hanno i colori della malinconia infinita, e le luci delle nebbie dei lunghi autunni.

domenica 16 agosto 2020

Il gatto

 

Novembre stava finendo, e nei castagneti riposava la nebbia. In un metato le castagne si stavano essiccando lentamente. Dagli alberi, si staccavano silenziose foglie morenti, e un vento tranquillo le accompagnava sul terreno umido e nei fossi. Tra le foglie camminava un ghiro alla ricerca di un ricovero, per difendersi dall'inverno. Gli occhi di un gatto selvatico mi osservavano attentamente e con interesse. Per un momento, ricordai quel gatto che, da bambino, mi fu compagno e amico. Al ritorno, pensai al prossimo autunno. Ma lo sguardo e la luce degli occhi di quel gatto non mi abbandonava.
Ora un dubbio mi assilla: quello era il gatto della mia infanzia?

domenica 9 agosto 2020

Il tango

Questa è una storia vera, di altri tempi, e raccontata oggi fa sorridere. Erano gli anni Cinquanta del secolo scorso. In un borgo solitario dell'appennino tosco-emiliano, un vecchio era tornato dall'Argentina. Certamente non aveva trovato fortuna. Parlava ancora il dialetto con qualche difficoltà, e lo chiamavano l'Argentino. Sistemò in qualche modo la vecchia casa, ormai in condizioni disastrose. Sradicò ortiche, erbacce e sterpaglie da un fazzoletto di terra, dove fece un orto. Aggiustò una vecchia panca e una sedia, e le portò sul portico. Sulla sedia mise un grammofono, e, prima del tramonto, era solito sedere con il gatto sulle ginocchia, mentre ascoltava un tango. Io ero un bambino, e sia lui che il gatto si affezionarono a me. Il vecchio ascoltava e rispondeva alle mie domande, con pazienza e interesse.

Quell'uomo era arrivato in silenzio e in silenzio se ne andò in un giorno d'estate, quando il sole è duro a morire. Al tramonto, arrivò il curato del paese per recitare il rosario. Io ero sul portico con il gatto, che non mi abbandonava. Qualcuno chiese al curato se fosse possibile ascoltare un tango, o se fosse peccato; il prete rispose che era possibile e si fermò ad ascoltare. 

A me rimase il gatto e il ricordo di quel tango.

domenica 2 agosto 2020

L'antica malinconia


Il sole di ottobre accarezzava la collina, e nelle stoppie le foglie gialle. Un docile vento percorreva e sfiorava i vigneti, e lontano le nere ombre delle montagne. Andrò lassù a novembre, quando le nebbie nascondono le nubi e le colline, e nel silenzio mi parleranno di te e della tua antica malinconia.