mercoledì 24 dicembre 2008
domenica 21 dicembre 2008
Favola di Natale
Da bambino i miei compagni di giochi e di sogni erano le piante, le erbe, il vento, i temporali, il groviglio della boscaglia e i suoi abitanti, e tutto ciò che nasceva e moriva in quel regno. Ero contento che il sole non riuscisse a inondare di luce le foreste, perché altrimenti i miei segreti sarebbero stati scoperti.
D'inverno non potevo raggiungere quei luoghi incantati; così una volta, sul finire dell'estate, volli fare un regalo gradito agli animali dei boschi da me frequentati. Da un grosso masso abbracciato da edere verdi e da chiazze di muschio, vidi uscire uno zampillo d'acqua limpida e profumata d'erbe. Presi una grande, delicata e malinconica foglia e bevvi. In quel momento mi accorsi che l'acqua, ostacolata da piante che sapevano di menta e di limone, intonava una musica. Allora preparai una culla con felci e altre erbe, e misi un piccolo bambino Gesù in un incavo, non lontano dal melodioso zampillo.
I miei piccoli amici dei boschi si accorsero immediatamente di questa presenza. Usignoli, pettirossi e merli mantennero lindo l'ingresso dove giaceva il bambinello. I ghiri, prima del letargo, rinnovarono la culla con fogliame e pagliuzze secche, e le marmotte portarono mazzetti di agrifoglio prima del grande sonno. Gli scriccioli avrebbero vegliato durante il lungo inverno.
E fu così che, nella misteriosa notte di Natale, i lupi ebbero il privilegio di augurare buone feste al bambinello e ne furono entusiasti.
Nella calda stanza di città, colma di pacchetti colorati sparsi ovunque, e il tavolo pieno di ogni sorta di cibo, le luci si sprecano e m'infastidiscono. Con lo sguardo fisso a quei pacchetti luccicanti, qualcuno mi parla di notte magica e mi dà un calice in mano. In quel momento comprendo che la notte magica è lassù, dove la neve inonda la boscaglia con il suo bianco perfetto.
D'inverno non potevo raggiungere quei luoghi incantati; così una volta, sul finire dell'estate, volli fare un regalo gradito agli animali dei boschi da me frequentati. Da un grosso masso abbracciato da edere verdi e da chiazze di muschio, vidi uscire uno zampillo d'acqua limpida e profumata d'erbe. Presi una grande, delicata e malinconica foglia e bevvi. In quel momento mi accorsi che l'acqua, ostacolata da piante che sapevano di menta e di limone, intonava una musica. Allora preparai una culla con felci e altre erbe, e misi un piccolo bambino Gesù in un incavo, non lontano dal melodioso zampillo.
I miei piccoli amici dei boschi si accorsero immediatamente di questa presenza. Usignoli, pettirossi e merli mantennero lindo l'ingresso dove giaceva il bambinello. I ghiri, prima del letargo, rinnovarono la culla con fogliame e pagliuzze secche, e le marmotte portarono mazzetti di agrifoglio prima del grande sonno. Gli scriccioli avrebbero vegliato durante il lungo inverno.
E fu così che, nella misteriosa notte di Natale, i lupi ebbero il privilegio di augurare buone feste al bambinello e ne furono entusiasti.
Nella calda stanza di città, colma di pacchetti colorati sparsi ovunque, e il tavolo pieno di ogni sorta di cibo, le luci si sprecano e m'infastidiscono. Con lo sguardo fisso a quei pacchetti luccicanti, qualcuno mi parla di notte magica e mi dà un calice in mano. In quel momento comprendo che la notte magica è lassù, dove la neve inonda la boscaglia con il suo bianco perfetto.
mercoledì 10 dicembre 2008
Passeggiata fra i ricordi
sabato 6 dicembre 2008
I lupi
D'estate trascorrevo un mese in una remota località di montagna. Talvolta frequentavo l'unica osteria del paese, dove ex cacciatori e bracconieri raccontavano, facendo molto baccano, storie di caccia spesso inverosimili.
Una volta un vecchio, di solito taciturno, cominciò a narrare una storia e stranamente scese il silenzio, poiché tutti si misero ad ascoltare con attenzione: "Esiste un luogo, nel folto di quei boschi lassù, chiamato La Faggeta, dove i cacciatori passano e non abbattono alcun animale. Ricordo che, tanto tempo fa, era quasi l'alba quando sentii graffiare la porta di casa con insistenza. Aprii e una lupa mi guardò con occhi supplicanti. Allora intuii che dovevo seguirla e infatti mi condusse alla Faggeta. Avvolto in una copertina vidi un neonato e un branco di lupi che gli stava facendo la guardia. Scodinzolarono quando presi in braccio quel fagottello, e dopo, insieme alla lupa accompagnata da due cuccioli vivaci e giocherelloni, si allontanarono nell'intricata boscaglia".
Tutti credono che questa sia una leggenda; invece è una storia vera.
Una volta un vecchio, di solito taciturno, cominciò a narrare una storia e stranamente scese il silenzio, poiché tutti si misero ad ascoltare con attenzione: "Esiste un luogo, nel folto di quei boschi lassù, chiamato La Faggeta, dove i cacciatori passano e non abbattono alcun animale. Ricordo che, tanto tempo fa, era quasi l'alba quando sentii graffiare la porta di casa con insistenza. Aprii e una lupa mi guardò con occhi supplicanti. Allora intuii che dovevo seguirla e infatti mi condusse alla Faggeta. Avvolto in una copertina vidi un neonato e un branco di lupi che gli stava facendo la guardia. Scodinzolarono quando presi in braccio quel fagottello, e dopo, insieme alla lupa accompagnata da due cuccioli vivaci e giocherelloni, si allontanarono nell'intricata boscaglia".
Tutti credono che questa sia una leggenda; invece è una storia vera.
sabato 29 novembre 2008
La campana
Oltre
Le nubi erano basse e scure, sfioravano piante e case, mentre la pioggia scendeva copiosa. Le siepi erano mute e rassegnate; le donne portavano all'asciutto il bucato steso.
I contadini, sugli usci delle stalle, scrutavano pensierosi il cielo. Sotto il portico un gatto sonnecchiava disteso sulla schiena di un cane annoiato. Da una finestrella un uomo guardava lontano, e nonostante il buio mi parve sognasse un mondo a me sconosciuto.
I contadini, sugli usci delle stalle, scrutavano pensierosi il cielo. Sotto il portico un gatto sonnecchiava disteso sulla schiena di un cane annoiato. Da una finestrella un uomo guardava lontano, e nonostante il buio mi parve sognasse un mondo a me sconosciuto.
domenica 23 novembre 2008
Il castagneto
Il casolare
Il sole inondava di luce la lunga valle. I sassi del tortuoso sentiero che portava lassù erano sempre gli stessi; le siepi, le sterpaglie che ogni tanto pestavo erano come a quel tempo. Quel rivolo d'acqua che scendeva dal monte mi ricordava poi un lieder di Schubert.
Giunsi in quel casolare, ma il grande silenzio intorno mi fece allontanare in fretta.
(L'immagine è tratta da http://www.liberoricercatore.it/escursionististabiesi/schedetecniche/crocealmontependolo.htm)
Giunsi in quel casolare, ma il grande silenzio intorno mi fece allontanare in fretta.
(L'immagine è tratta da http://www.liberoricercatore.it/escursionististabiesi/schedetecniche/crocealmontependolo.htm)
giovedì 13 novembre 2008
Ritorno in collina
domenica 9 novembre 2008
Dal "Mestiere di vivere"
venerdì 7 novembre 2008
I vecchi
I vecchi hanno perso la saggezza: guardano la televisione.
I vecchi non ricordano: guardano la televisione.
I vecchi si tingono i capelli: guardano la televisione.
I vecchi portano i bermuda: guardano la televisione.
I vecchi, al mare, si denudano: guardano la televisione.
I vecchi sanno tutto del calcio: guardano la televisione.
I vecchi non si fermano più a osservare il cielo: guardano la televisione.
(La foto è tratta da qui)
I vecchi non ricordano: guardano la televisione.
I vecchi si tingono i capelli: guardano la televisione.
I vecchi portano i bermuda: guardano la televisione.
I vecchi, al mare, si denudano: guardano la televisione.
I vecchi sanno tutto del calcio: guardano la televisione.
I vecchi non si fermano più a osservare il cielo: guardano la televisione.
(La foto è tratta da qui)
lunedì 27 ottobre 2008
Casa del Monte
Il borgo in cui sono nato si trova quasi alla sommità di un monte. Di sera ci riunivamo e ascoltavamo storie e leggende di Paesi lontani raccontate dai vecchi, e spesso cantavamo. Le porte rimanevano aperte notte e giorno per chi aveva bisogno. Di latte se ne mungeva poco, ma per una donna sola e il suo bambino ce n'era sempre abbastanza.
Qualche volta, per necessità, s'andava al municipio e appena sbrigate le nostre cose tornavamo in fretta a Casa del Monte, che era il nome del nostro borgo. Dalla Maestà, quasi del tutto diroccata, pendeva il quadro, ormai sbiadito, della Madonna, un quadro che in seguito portai via con me.
Col tempo partirono tutti. Ora sono rimasti solo ruderi invasi da sterpaglie; e mentre osservo mi manca il coraggio di ricordare.
(L'immagine è tratta dal sito: http://www.tripadvisor.it/ReviewPhotos-g187894-d529875-r10119320-Borgo_di_Vagli-Cortona_Tuscany.html
Qualche volta, per necessità, s'andava al municipio e appena sbrigate le nostre cose tornavamo in fretta a Casa del Monte, che era il nome del nostro borgo. Dalla Maestà, quasi del tutto diroccata, pendeva il quadro, ormai sbiadito, della Madonna, un quadro che in seguito portai via con me.
Col tempo partirono tutti. Ora sono rimasti solo ruderi invasi da sterpaglie; e mentre osservo mi manca il coraggio di ricordare.
(L'immagine è tratta dal sito: http://www.tripadvisor.it/ReviewPhotos-g187894-d529875-r10119320-Borgo_di_Vagli-Cortona_Tuscany.html
domenica 19 ottobre 2008
Solitudine
venerdì 17 ottobre 2008
Silenzio in collina
C'è silenzio sulle colline, la vendemmia è finita. Dalle cascine, profumo di mosto. Una leggera brezza accompagna dolcemente le foglie sul terreno mentre si staccano dai filari; e il quieto sole autunnale scopre le luci e le ombre di questi colli.
C'è silenzio sulle colline. A metà costa raggiungo la stoppia, mi siedo e foglie di cachi, giocando con il vento, mi sfiorano le spalle. E dal cielo scende una musica, la serenata di Johannes Brahms. Una dolce, lontana malinconia, insieme a mille ricordi, mi accompagna durante il ritorno.
C'è silenzio sulle colline. A metà costa raggiungo la stoppia, mi siedo e foglie di cachi, giocando con il vento, mi sfiorano le spalle. E dal cielo scende una musica, la serenata di Johannes Brahms. Una dolce, lontana malinconia, insieme a mille ricordi, mi accompagna durante il ritorno.
domenica 12 ottobre 2008
Petali di rose
Il vento è passato scuotendo i fiori del tuo giardino. Il vento è passato e sul prato sono rimasti petali di rose. Il vento, passando, ha portato via i tuoi ricordi.
(La foto è tratta da questo sito)
(La foto è tratta da questo sito)
domenica 5 ottobre 2008
D'autunno
La nebbiolina dolce e malinconica accarezzata dall'aria leggera lentamente abbandona il torrente. Il timido sole autunnale inonda la collina di pallida luce. Sui lunghi filari sono rimaste foglie gialle e rossicce, e la collina sembra un quadro dipinto da un pittore sceso dal cielo. Mentre salgo per raggiungere la cima, ogni tanto vedo qualche piccolo grappolo d'uva che il fogliame ha nascosto. Ma osservo e proseguo: ci penseranno i merli.
(La foto è di Giovanni Zardoni ed è tratta da: http://www.gevcurone.it/album/stagioni_home.htm)
(La foto è di Giovanni Zardoni ed è tratta da: http://www.gevcurone.it/album/stagioni_home.htm)
venerdì 26 settembre 2008
Sulle rive del lago
venerdì 19 settembre 2008
Il torrente
giovedì 11 settembre 2008
Lungo il sentiero
Il sentiero sassoso che mi portava lassù conservava il rumore dei tuoi passi. Durante il cammino, raccolsi un lampone e poi un mirtillo: mi ricordavano te.
Mi fermai per la notte nel vecchio e quasi disabitato casolare: il vento leggero mi sussurrava il tuo nome. Poi calò il buio. Le cime catturarono uno squarcio di cielo notturno; le stelle sembravano vicine: si potevano contare a una a una. E come in un sogno, per un attimo, vidi il tuo volto.
Ora è dolce ricordare.
Mi fermai per la notte nel vecchio e quasi disabitato casolare: il vento leggero mi sussurrava il tuo nome. Poi calò il buio. Le cime catturarono uno squarcio di cielo notturno; le stelle sembravano vicine: si potevano contare a una a una. E come in un sogno, per un attimo, vidi il tuo volto.
Ora è dolce ricordare.
domenica 31 agosto 2008
Ricordi d'autunno
Era autunno. Dopo tanto tempo ripercorse quel viale che portava al vecchio maniero, austero e solitario, adagiato sul lago. L'aria emanava profumi amici, i ricordi si fecero più intensi e più veri. Ogni tanto qualche foglia si staccava dalle nude piante e cadeva sul viale.
Mentre camminava, gli sembrava d'essere in compagnia, felice nel contemplare l'autunno. Giunto al maniero, i cigni lo guardarono e lentamente tornarono in acqua. In quel momento s'accorse di essere solo.
Mentre camminava, gli sembrava d'essere in compagnia, felice nel contemplare l'autunno. Giunto al maniero, i cigni lo guardarono e lentamente tornarono in acqua. In quel momento s'accorse di essere solo.
martedì 26 agosto 2008
L'addio
Al pensiero di dover partire, non aveva dormito. All'alba cominciò il concerto dei galli, i cui canti si alternavano di pollaio in pollaio, e lui ne comprendeva la provenienza. Dalla vicina stalla rumori amici e profumo di latte. I muli si avviavano sui sentieri con passo lento e sicuro: cataste di legna li aspettavano.
Il sole stava inondando la valle di luce. Era tempo di partire. L'uomo guardò intorno attentamente per ricordare: sapeva che non sarebbe più tornato.
Il sole stava inondando la valle di luce. Era tempo di partire. L'uomo guardò intorno attentamente per ricordare: sapeva che non sarebbe più tornato.
martedì 15 luglio 2008
La casa
Tu che vivi in quella che fu la mia amata casa, nelle notti invernali potresti sentir graffiare la porta da un lupo: non temere, cerca me. Se un capriolo coi suoi grandi occhi guarderà la finestra di quella che era la mia camera, non cacciarlo: sta cercando me. Se al mattino presto, sul portico, sentirai miagolare gatti ancora sporchi di tiepida cenere, dopo aver trascorso la notte in un angolo del vecchio forno, lasciali stare: cercano me.
Questa stella più lucente delle altre, che punta dritto alla finestra di quella che fu la mia camera, crede ancora di farmi compagnia. Non guardarla: quando s'accorgerà che non ci sono più, non ti disturberà.
Questa stella più lucente delle altre, che punta dritto alla finestra di quella che fu la mia camera, crede ancora di farmi compagnia. Non guardarla: quando s'accorgerà che non ci sono più, non ti disturberà.
Gli amici
Da bambino, come compagno e amico, avevo un gatto bianco e nero, chiamato Ghefo. Quando morì piansi, e il dolore fu molto grande. Da bambino giocavo e sognavo da solo nel folto dei boschi. Quando il temporale giungeva improvviso, sapevo dove ripararmi. Dalle tane e dai buchi delle vecchie piante occhi mi scrutavano, ed erano felici che fossi rimasto.
Da grande la città m'inghiottì; ora sono anziano e mi accorgo che ho visto solo uomini andare in fretta, cupi e nervosi. Mi sento orfano, e qualche volta spero che i miei amici dei boschi sentano la mia mancanza.
giovedì 12 giugno 2008
domenica 1 giugno 2008
La lupa
Questa notte la macchia è più muta e più cupa: gli uomini hanno ucciso una lupa. La luna ha visto e allora è intervenuta, mandando più luce. Il leggero vento si è fermato, il fogliame è come pietra, ogni creatura resta immobile: così il branco sente i piccoli orfani guaire.
Finalmente i lupi arrivano, li coccolano e li portano via. Ormai albeggia, la luna scompare e sembra che sorrida.
Finalmente i lupi arrivano, li coccolano e li portano via. Ormai albeggia, la luna scompare e sembra che sorrida.
venerdì 16 maggio 2008
Il trasloco
Ruspe, escavatori e macchinari di ogni tipo si stanno avvicinando a queste ultime foreste. Di notte, i miei amici gnomi hanno cercato di capire cosa stia accadendo, e si sono riuniti nella loro chiesetta per chiedere aiuto a Dio, affinché li salvi dall'uomo. A loro si sono uniti lupi, volpi, ghiri e tassi, e le preghiere sono state esaudite. Gli angeli porteranno verso il cielo gli gnomi, e San Francesco condurrà lassù gli animali.
Sono contento di questo trasloco, ma quando potrò rivedere i miei amici?
Sono contento di questo trasloco, ma quando potrò rivedere i miei amici?
In ricordo
venerdì 9 maggio 2008
Le stagioni
E' primavera: il giardino è fiorito, ma nessuno ti aspetta. D'estate la silenziosa edera abbraccia la tua casa col suo verde cupo, ma nessuno se ne accorge. In autunno le foglie cadono e ingialliscono, ma nessuno le raccoglie.
E' inverno, la campana suona lenta e triste per il tuo ultimo viaggio. Nascosto dai cipressi qualcuno osserva, ma non vuole farsi vedere. Tornerà in solitudine, forse con un fiore.
E' inverno, la campana suona lenta e triste per il tuo ultimo viaggio. Nascosto dai cipressi qualcuno osserva, ma non vuole farsi vedere. Tornerà in solitudine, forse con un fiore.
sabato 19 aprile 2008
Luna piena
giovedì 10 aprile 2008
Visione
Raggiungemmo la cima di quel monte, visione a me familiare fin da bambino. Ti guardai nella luce del sole e mi accorsi che appartenevi al cielo.
Di notte, quando la luna manda raggi di luce alla finestra e le stelle mi osservano, io lascio vagare il mio cuore oltre il cielo, in quel luogo riservato alle creature come te.
Di notte, quando il gelido vento scenderà da quel monte, il cielo e le stelle saranno più chiare e le ombre più vere, ti prego: prendimi per mano e portami con te.
Di notte, quando la luna manda raggi di luce alla finestra e le stelle mi osservano, io lascio vagare il mio cuore oltre il cielo, in quel luogo riservato alle creature come te.
Di notte, quando il gelido vento scenderà da quel monte, il cielo e le stelle saranno più chiare e le ombre più vere, ti prego: prendimi per mano e portami con te.
sabato 5 aprile 2008
Il viandante
venerdì 28 marzo 2008
Liquore di genziana
Occorrono: 500 grammi di radici di genziana spezzettate, 150 cc di alcol a 95°, 1 litro di vino bianco secco, la scorza di un limone, 500 grammi di zucchero.
Mettete il tutto in infusione per quindici giorni, ricordandovi di agitare ogni giorno. Poi filtrare e fare stagionare per almeno un mese. Ottimo digestivo e regolatore del fegato.
Mettete il tutto in infusione per quindici giorni, ricordandovi di agitare ogni giorno. Poi filtrare e fare stagionare per almeno un mese. Ottimo digestivo e regolatore del fegato.
Liquore di foglie d'alloro
Occorrono: 25 grammi di foglie d'alloro, 255 cc di succo di limone, 500 cc di acquavite a 40°, 500 cc di acqua, 400 grammi di zucchero.
Portate a ebollizione l'acqua, toglietela dal fuoco e lasciatevi in infusione le foglie d'alloro per quindici minuti. Filtrate ed unite agli altri ingredienti. Si può consumare già dopo un'ora.
Portate a ebollizione l'acqua, toglietela dal fuoco e lasciatevi in infusione le foglie d'alloro per quindici minuti. Filtrate ed unite agli altri ingredienti. Si può consumare già dopo un'ora.
venerdì 21 marzo 2008
domenica 16 marzo 2008
Boscaglia d'inverno
Nuvole e nebbia si rincorrono e sfiorano il grande letto di foglie umide della boscaglia. Gli alberi spogli sembrano indifferenti. Ghiri e tassi dormono nelle tane aiutati dal grande silenzio. Un uomo solo raggiunge una radura, luogo tanto amato, ma la nebbia si fa fitta: allora deve ritornare.
Con passo lento e indeciso ogni tanto si gira e guarda lassù. Gli sembra di rimanere.
Con passo lento e indeciso ogni tanto si gira e guarda lassù. Gli sembra di rimanere.
L'argentino
Era ritornato al suo villagio ormai vecchio. Aveva rimesso in ordine la casa di sasso adagiata alle pendici del monte, ripulito l'aia invasa dalle sterpaglie, e riaperto il pozzo dell'acqua. Quando scendeva al villaggio per fare acquisti o per andare a messa, veniva subissato di domande. Sorrideva e si notava la sua gioia per essere tornato.
Avendo vissuto per tanto tempo in America Latina veniva chiamato "l'argentino". Al tramonto, dopo il ritorno dai campi, si sedeva sul portico e ascoltava struggenti tanghi con un giradischi appoggiato sul davanzale di una finestra. C'era chi andava fin lassù e di nascosto ascoltava quella stessa musica.
Avendo vissuto per tanto tempo in America Latina veniva chiamato "l'argentino". Al tramonto, dopo il ritorno dai campi, si sedeva sul portico e ascoltava struggenti tanghi con un giradischi appoggiato sul davanzale di una finestra. C'era chi andava fin lassù e di nascosto ascoltava quella stessa musica.
mercoledì 12 marzo 2008
Petali di rose
In un piccolo spiazzo, nel folto della boscaglia, rose bianche s'inerpicano su un faggio ormai cadente. Gli abitanti di questa valle s'inoltrano spesso per osservare quest'anomalia, senza però mai permettersi di cogliere una rosa.
Agli escursionisti raccontano una leggenda. Sotto quell'allora rigoglioso faggio si sedevano spesso due innamorati. Un giorno, mentre la giovane leggeva poesie, dal libro caddero due petali che lei usava per segnare le pagine, e così iniziarono a fiorire le rose. Purtroppo il suo ragazzo, inviso ai genitori di lei, partì dal borgo e non diede più notizie di sé.
Fino a qualche tempo fa, ogni anno, a maggio, un'elegante e nobile signora si faceva accompagnare dal maggiordomo in quel luogo particolare, e coglieva due rose ponendole sui resti di una casa diroccata, un tempo residenza del ragazzo scomparso nel nulla.
Agli escursionisti raccontano una leggenda. Sotto quell'allora rigoglioso faggio si sedevano spesso due innamorati. Un giorno, mentre la giovane leggeva poesie, dal libro caddero due petali che lei usava per segnare le pagine, e così iniziarono a fiorire le rose. Purtroppo il suo ragazzo, inviso ai genitori di lei, partì dal borgo e non diede più notizie di sé.
Fino a qualche tempo fa, ogni anno, a maggio, un'elegante e nobile signora si faceva accompagnare dal maggiordomo in quel luogo particolare, e coglieva due rose ponendole sui resti di una casa diroccata, un tempo residenza del ragazzo scomparso nel nulla.
venerdì 7 marzo 2008
I vecchi e le colline
I pochi vecchi rimasti guardano le colline attraverso le finestre, e hanno paura. Un rumore continuo di macchine sfida le curve, e i vecchi hanno paura. Vorrebbero andare per vigne a dar consigli, ma gente con strani volti ha preso il loro posto; i vecchi hanno paura.
Di domenica vorrebbero andare a messa, ma gruppi di persone con gesti inusuali e sguardi particolari occupano parte del sagrato della chiesa. E i vecchi tornano a casa: hanno paura. Quando si fa buio, aprono le finestre e guardano le colline, mentre i fari delle macchine bucano le vigne. Allora richiudono le finestre perché hanno paura.
Di notte sognano le colline e sono felici; ma quando si svegliano torna la paura.
Di domenica vorrebbero andare a messa, ma gruppi di persone con gesti inusuali e sguardi particolari occupano parte del sagrato della chiesa. E i vecchi tornano a casa: hanno paura. Quando si fa buio, aprono le finestre e guardano le colline, mentre i fari delle macchine bucano le vigne. Allora richiudono le finestre perché hanno paura.
Di notte sognano le colline e sono felici; ma quando si svegliano torna la paura.
giovedì 28 febbraio 2008
La donna sola
Di anni ne aveva tanti. Da sempre viveva sola in una casupola di sasso. Un fico coi rami verde cupo faceva da sentinella a quella rustica dimora, e ne sfiorava le mura. Quando tosavano le pecore, un po' di lana era a lei riservata, essendo benvoluta da tutti.
Durante la bella stagione metteva la panca di legno vicino al fico, e filava la lana con la rocca per confezionarne calze, e ricevere così in cambio uova, latte e tutto ciò che questa magra terra di montagna offriva. In una dolce giornata primaverile, passando da quelle parti andai a trovarla portandole un piccolo regalo. Dormiva con i ferri della lana in mano, mentre il gatto giocava con il gomitolo. Posai il dono sulla panca, guardai il vecchio fico e me ne andai.
Il giorno dopo venni sapere che, proprio su quella panca, era morta. E il gatto, giocando, aveva sciolto l'intero gomitolo.
Durante la bella stagione metteva la panca di legno vicino al fico, e filava la lana con la rocca per confezionarne calze, e ricevere così in cambio uova, latte e tutto ciò che questa magra terra di montagna offriva. In una dolce giornata primaverile, passando da quelle parti andai a trovarla portandole un piccolo regalo. Dormiva con i ferri della lana in mano, mentre il gatto giocava con il gomitolo. Posai il dono sulla panca, guardai il vecchio fico e me ne andai.
Il giorno dopo venni sapere che, proprio su quella panca, era morta. E il gatto, giocando, aveva sciolto l'intero gomitolo.
venerdì 22 febbraio 2008
Tramonto
Con il lungo vestito scuro e il fazzoletto in testa, sedeva nel vecchio portico di sasso su una sedia impagliata, mentre la sua gatta nera le dormiva al fianco.
Guardava intorno e gioiva nel vedere il verde macchiato da splendidi papaveri, e fiori blu e gialli che la natura generosamente offriva. Inforcava gli occhiali e leggeva le preghiere della sera sul suo consunto messale, e, prima che il sole sparisse oltre le montagne, si ritirava per andare a dormire. La gatta, felice, la seguiva.
Guardava intorno e gioiva nel vedere il verde macchiato da splendidi papaveri, e fiori blu e gialli che la natura generosamente offriva. Inforcava gli occhiali e leggeva le preghiere della sera sul suo consunto messale, e, prima che il sole sparisse oltre le montagne, si ritirava per andare a dormire. La gatta, felice, la seguiva.
sabato 16 febbraio 2008
Il ritorno
mercoledì 13 febbraio 2008
Meravigliose tigri
Pubblico volentieri questa bellissima immagine di un meraviglioso esemplare di tigre del Bengala con i suoi cuccioli.
Secondo La Stampa, negli ultimi dieci anni il 60% delle tigri del Bengala è scomparso, e quindi questi splendidi animali sono a rischio d'estinzione. Chi desidera guardare altre foto simili, può cliccare qui.
Secondo La Stampa, negli ultimi dieci anni il 60% delle tigri del Bengala è scomparso, e quindi questi splendidi animali sono a rischio d'estinzione. Chi desidera guardare altre foto simili, può cliccare qui.
domenica 27 gennaio 2008
L'osteria
Il freddo è pungente. Entro nell'unica osteria di questo pugno di case dell'alto Frignano: fumo di pipa e odore di vino e di grappa m'inondano. Quattro uomini anziani giocano a carte, mentre due o tre si limitano a osservare e a commentare. Di fronte, un vecchio beve e gusta con piacere un bicchiere di vino, poi, lentamente, carica la pipa di tabacco.
L'oste sorseggia un bicchierino di grappa. Su un mobile, in alto, troneggia un vecchio televisore; l'oste l'accende e compare un telegiornale nel quale si sta parlando della caduta dell'attuale Governo Prodi. Gli avventori, allora, si rivolgono all'oste chiedendogli di spegnere immediatamente: "Chiudi e lascia perdere. Abbiamo cose più serie a cui pensare".
L'oste sorseggia un bicchierino di grappa. Su un mobile, in alto, troneggia un vecchio televisore; l'oste l'accende e compare un telegiornale nel quale si sta parlando della caduta dell'attuale Governo Prodi. Gli avventori, allora, si rivolgono all'oste chiedendogli di spegnere immediatamente: "Chiudi e lascia perdere. Abbiamo cose più serie a cui pensare".
lunedì 21 gennaio 2008
Ricordi del lago
sabato 19 gennaio 2008
Sogno
mercoledì 9 gennaio 2008
Tisana di camomilla romana
Ingredienti: fiori e pianta di camomilla romana (Anthemis nobilis)
Infuso: dieci minuti
Indicazioni: nervosismo, inappetenza, emicrania, digestione difficile, anemie, febbri intermittenti, depressione
Da non confondersi con la camomilla comune (matricaria chamomilla), la varietà che troviamo nei prati, che ha proprietà terapeutiche analoghe, ma meno spiccate. Tutti conoscono la camomilla per i suoi effetti antispasmodici e sedativi. Meno note ma tutt'altro che trascurabili le altre sue qualità. Preparate un infuso con cinque-dieci cime per tazza di acqua bollente. Una tazzina prima di coricarsi toglie l'agitazione, una tazza prima dei pasti toglie l'inappetenza.
Infuso: dieci minuti
Indicazioni: nervosismo, inappetenza, emicrania, digestione difficile, anemie, febbri intermittenti, depressione
Da non confondersi con la camomilla comune (matricaria chamomilla), la varietà che troviamo nei prati, che ha proprietà terapeutiche analoghe, ma meno spiccate. Tutti conoscono la camomilla per i suoi effetti antispasmodici e sedativi. Meno note ma tutt'altro che trascurabili le altre sue qualità. Preparate un infuso con cinque-dieci cime per tazza di acqua bollente. Una tazzina prima di coricarsi toglie l'agitazione, una tazza prima dei pasti toglie l'inappetenza.
Tisana di arancio
Ingredienti: foglie, fiori e buccia di arancio amaro o dolce.
Preparazione infuso di fiori: dieci minuti
Infuso di foglie: quindici minuti
Infuso di buccia: venti minuti
Indicazioni: nervosismo, palpitazioni, insonnia, acidità gastrica.
L'arancio, sia nella varietà dolce che in quella amara, è sedativo e antispasmodico. Per l'infuso di fiori, la dose è un cucchiaio da minestra per ogni tazza. Ne berrete due-tre tazze al giorno.
Per l'infuso di foglie, mettete tre-quattro foglie per ogni tazza. Anche in questo caso ne potrete bere due-tre tazze al giorno.
Infine, l'infuso di buccia (di arancio amaro), ottimo tonico gastrico e aperitivo: mettete in infusione un cucchiaino di buccia tagliata per tazza, e bevete la tisana prima dei pasti.
Preparazione infuso di fiori: dieci minuti
Infuso di foglie: quindici minuti
Infuso di buccia: venti minuti
Indicazioni: nervosismo, palpitazioni, insonnia, acidità gastrica.
L'arancio, sia nella varietà dolce che in quella amara, è sedativo e antispasmodico. Per l'infuso di fiori, la dose è un cucchiaio da minestra per ogni tazza. Ne berrete due-tre tazze al giorno.
Per l'infuso di foglie, mettete tre-quattro foglie per ogni tazza. Anche in questo caso ne potrete bere due-tre tazze al giorno.
Infine, l'infuso di buccia (di arancio amaro), ottimo tonico gastrico e aperitivo: mettete in infusione un cucchiaino di buccia tagliata per tazza, e bevete la tisana prima dei pasti.
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