domenica 26 settembre 2021

Il lago e le foglie rosse

 



Il maniero si specchiava nelle acque del lago desolato, macchiato di foglie rosse. Ripercorrevo il sentiero che piangeva un ricordo, e nella mia mente scorrevano luci e visioni di un passato lontano. Il sussurro di un lungo cipresso con lo sguardo verso il cielo, e tra le ombre due gigli bianchi. 
Il maniero chiuso giaceva nel sonno. Volevo chiamarvi, ma un velo di nebbia e misteriosi silenzi me l'impedivano.
So che quando tu e la bambina piangete, gli dei vi cullano e vi raccontano di me. 

domenica 19 settembre 2021

Il balcone del cielo

 

Quella notte tu e la bambina eravate accanto a me, nel deserto. Improvvisa si scatenò una tempesta di sabbia. Gli angeli, preoccupati, scesero e vi portarono in cielo. Da allora sono tornato in quel borgo baciato da placide montagne, dove da bambino mi accolsero e mi cullarono senza chiedere nulla. 

Nel borgo è rimasta la voce della fontana, che a sera attende la luce della luna e i racconti delle stelle. E io cammino solo e cerco i colori del ricordo. C'è una radura, nascosta nella faggeta, e sopra un pezzo di cielo tutto mio, e nell'azzurro vi cerco. Cosa vi posso raccontare se non vi affacciate al balcone del cielo?

domenica 12 settembre 2021

Amparo

 

Un velo di nebbia nella pallida luce dell'autunno, e sui sentieri che conducono lassù, a Casa del Monte, i fiori morenti ascoltavano il mio silenzio. Nelle ombre, echi di una lontana melodia. E tu, sotto cieli infiniti, dove di notte riposano gli dèi, sognavi e piangevi con lo sguardo delle stelle e la luce discreta della luna. 
Anch'io quassù piango come te, e sogno la luce del tuo ricordo. Da allora non c'incontriamo più, e per sempre sarà così. Vivremo sempre di quel sogno come realtà. Quando il sole illumina le palme nelle prime luci del mattino, consegna i tuoi sogni al vento che ascolterò; e quel vento, di rimando, ti racconterà i miei. Amparo! Come eri bella quando ballavi il flamenco e i tuoi occhi mi cercavano. 

domenica 5 settembre 2021

Luci del tramonto

Da vecchio ho un sogno che non mi abbandona: vorrei tornare bambino per un giorno, in quella cascina tra i vigneti delle Langhe, e, come allora, camminare tra le stoppie insieme a mio nonno. Rivedere il sole che, accarezzandole, abbandona le colline, e sui dolci pendii si allungano le ombre, e le vigne si addormentano. 
Mentre tornavamo alla cascina, tra le ultime, quiete luci del tramonto qualche pennellata di Monet. Prima di coricarci, l'ultimo sguardo alle colline buie e silenziose, e si udiva il racconto del Belbo che scorreva lento. Forse aveva ragione un poeta di cui ora mi sfugge il nome, un poeta che scriveva: "È il paese che, se lo lasci, non puoi più tornare". Dimenticavo: sotto i tetti della cascina, di notte, mi parlavano le rondini.