Volevo rivedere quei luoghi da cui provenivo, e che non avevo mai dimenticato. Era di novembre, e il cielo alto e sereno mi guardava. Sui pendii e lungo i sentieri, un velo di nebbia abbracciava i ricordi colorandoli di malinconia. Sui raggiai spenti, gli uccelli beccavano le bacche rosse. Camminavo tra foglie umide e giallognole, e gli alberi neri e spogli mi riconoscevano. Nel bosco, da un essicatoio usciva fumo, e intorno profumo di castagne, e dal cielo la melodia d'autunno. . Guardavo in alto e ti cercavo. Nel cielo si apriva una porta e appariva una luce celeste: la luce divina del tramonto.
Al ritorno ti rivedevo come allora: esile e col viso dal pallore dei gigli di bosco, i tuoi occhi riflessi in quel lago lontano e solitario. In quel giorno di novembre capivo che Casa del Monte non mi aspettava.
La casa sulla costa, nella quale avrei voluto portarti, è diventata dimora delle nebbie, e i venti l'attraversano portando l'eco del tuo violoncello
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