Con passo ormai lento e incerto, sono salito lassù, nel nostro regno, dove le chiome dei grandi alberi guardano il cielo e parlano di te. In questi luoghi silenziosi e solitari, dove l'aria è pura e profuma di resine, cammina la tua ombra. In una ferita di una vecchia quercia, ho nascosto, lontano dal mondo, sogni e ricordi. D'inverno, la nebbia sottile e leggera penetra in quella ferita della vecchia quercia e si ferma e poi ascolta. Sulla corteccia, lascia gocce di pianto. Da nuvole lontane, l'eco del tuo clavicembalo.
(L'immagine è tratta da: http://www.fotoplatforma.pl/fotografia/it/3770/)
domenica 27 dicembre 2015
lunedì 14 dicembre 2015
Dal cielo
È la notte di Natale. Gli abeti rossi sono dipinti di bianco. So che dal cielo mi ascolti. Voglio dirti che i nostri amici lupi di un tempo hanno lasciato una traccia sulla neve che conduce lassù, nella nostra radura imbiancata, portando per noi bacche rosse e muschio come culla per il bambino. San Francesco se ne è accorto ed è sceso per mostrare ai lupi il Salvatore celeste, che, riconoscente, sorride. Nel mistico silenzio si sente un violoncello intonare Bach. Dalle tane dormienti, giungono rumori di gioia.
domenica 29 novembre 2015
Quella notte
Il cielo era blu intenso, e le stelle lo dipingevano di luce divina: vicine e pensierose, ascoltavano il silenzio del deserto, dove si confondevano gli orizzonti. Quella notte, come sempre, camminavamo con passo lento e continuo. Una stella mi seguiva, e una voce sussurrava che lassù, nella lontana radura, erano sbocciati i nostri fiori, e, tra i fitti rami verde scuro dell'intricata boscaglia, era nascosto un solco. La stella e la voce si spensero, e in quel momento sentii i rintocchi delle campane del mio paese.
Al mattino, a un mio compagno chiesi se avesse udito quel suono. Mi guardò con occhi tristi e colmi di compassione, dicendomi con garbo: "Amico mio, qua non ci sono campane, preparati perché fra un quarto d'ora dobbiamo ripartire". Non insistetti; eppure era vero.
Al mattino, a un mio compagno chiesi se avesse udito quel suono. Mi guardò con occhi tristi e colmi di compassione, dicendomi con garbo: "Amico mio, qua non ci sono campane, preparati perché fra un quarto d'ora dobbiamo ripartire". Non insistetti; eppure era vero.
domenica 15 novembre 2015
Le foglie smarrite
Tu riposi per sempre nel fondo di quel misterioso lago e, dall'alto, un maniero con le finestre chiuse vi si specchia. In questo giorno di novembre, quieto e malinconico, si alzerà un vento e raccoglierà foglie smarrite che, leggere, scenderanno su quelle acque. I cigni neri ti aiuteranno a salire e potrai vederli. In quel momento sentirai un lamento antico, che il tempo non ha smorzato. Tornerai nel fondo e nessun demone ti tormenterà; e il tuo sonno continuerà placido.
Di notte, un fantasma impazzito vaga su quelle acque.
(Nell'immagine: Ritratto di una giovane bellezza, di Vittorio Matteo Corcos)
Di notte, un fantasma impazzito vaga su quelle acque.
(Nell'immagine: Ritratto di una giovane bellezza, di Vittorio Matteo Corcos)
domenica 8 novembre 2015
Solo ora
Il mio paese è un paese vuoto. Il campanile è silenzioso e guarda il cielo triste. La chiesa non ha più il tetto, e sul sagrato non ci sono bambini che giocano. Sono rimasti cumuli di sassi e, a guardarli, raccontano il passato. Una scala sbilenca conduce a un balcone semi-diroccato, dove una sedia spagliata e senza schienale sembra attendere qualcuno. Lì seduta, mi appare una figura di donna dal volto materno, che ascolta con attenzione il soffio del vento che scende dai monti. Quando mi vede passare, sorride. Talvolta, di notte, sogno quel sorriso: solo ora mi accorgo che è un sorriso di pianto.
domenica 1 novembre 2015
Il cielo era azzurro
Il cielo era azzurro, azzurro e profondo come i tuoi occhi. I nostri fiori nascosti ti aspettavano per essere raccolti. Io camminavo su quei pendii scoscesi, sognando di trovarti. Il vento mi sfiorava con il tuo profumo, e, nascoste, le ninfe dei boschi intonavano una triste melodia. Al ritorno, scendevano nuvole e mi accompagnavano raccontandomi una leggenda sconosciuta. Dalla strada sterrata un'ombra mi seguiva.
domenica 25 ottobre 2015
Il grido
Il cielo era cupo, cupo e tenebroso sul lago solitario, e il vento del nord agitava le acque minacciose. I cigni, udendo il grido di dolore di un angelo, si nascondevano sulla riva sgomenti. Quella notte, in una pianura lontana, qualcuno avvertì quel grido di dolore. Aprì la finestra: nel cielo brillava pallida la luna, avvolta da una funerea corona.
domenica 18 ottobre 2015
Talvolta
È mattino. Il vento desta i nostri fiori nascosti e il sole li illumina. Gli scoiattoli mi guardano curiosi dai cavi degli alberi, e nell'azzurro del cielo echeggiano violoncelli. Laggiù, nella cupa città, camminano uomini stanchi e inutili. Di notte, lassù nel nostro regno le stelle luccicano di pianto, disturbate da aerei che trasportano esseri insignificanti.
Ma tu vivi altrove, vivi nel Valhalla insieme agli dèi, vivi là dove si odono soltanto melodie e clavicembali. Talvolta m'illudo che tu venga a prendermi.
Ma tu vivi altrove, vivi nel Valhalla insieme agli dèi, vivi là dove si odono soltanto melodie e clavicembali. Talvolta m'illudo che tu venga a prendermi.
domenica 11 ottobre 2015
L a nube luminosa
I ginepri erano prigionieri del ghiaccio e, lontano, i pini incorniciati dalla neve facevano l'inchino. Sul manto bianco, si posava qualche foglia orfana, e, nel silenzio, l'eco di una nota.
Avvolta da una nube luminosa, una valchiria si avvicinava: sorrideva e mi diceva "arrivederci". Un lieve vento la trasportava verso il cielo, accompagnata dalla melodia infinita del Parsifal. Avevo dimenticato il pantano del mondo.
Avvolta da una nube luminosa, una valchiria si avvicinava: sorrideva e mi diceva "arrivederci". Un lieve vento la trasportava verso il cielo, accompagnata dalla melodia infinita del Parsifal. Avevo dimenticato il pantano del mondo.
domenica 4 ottobre 2015
In quel giorno di primavera
Viveva lassù, dove il cielo è vicino, e con lo sguardo cercava un'ombra lontana. Se ne andò a primavera, quando nascevano i nostri fiori selvaggi e nascosti. Quel giorno di primavera, il cielo era azzurro come i suoi occhi. Quel giorno di primavera, camminavo nel deserto senza confini: ricordavo i sassi, il colore dei fiori, la sinfonia delle sorgenti e il sussurro della selva e l'eco di una voce.
Cercavo l'orizzonte, ma era confuso. Una lacrima cadeva sulla sabbia in quel giorno di primavera.
Cercavo l'orizzonte, ma era confuso. Una lacrima cadeva sulla sabbia in quel giorno di primavera.
domenica 27 settembre 2015
Le stelle
Questa notte, notte d'estate, i nostri boschi assomigliano a un'enorme cattedrale gotica con le porte aperte. Migliaia di stelle posano lo sguardo con la luce dell'attesa. Tra gli ultimi rami, i clavicembali accompagnano la voce di un angelo. Dal fondo, profumo di bosco; e sale una voce. Ascolta l'eco: sono io che ti chiamo. Le stelle si stanno spegnendo.
domenica 20 settembre 2015
Ma di notte
Ti ho incontrata, nel mio vagare solitario, su un viottolo nascosto e misterioso. Parlammo, e rimanesti sorpresa nell'ascoltare parole e vedere sguardi che forse avevi sognato da sempre. Mi accompagnasti alla fine del sentiero, dove si trovava una maestà. Un dolce e malinconico sorriso fu il tuo saluto, mentre risalivi lungo il cammino che portava lassù.
Da allora, non ti ho mai più rivista, ma di notte torni spesso nei miei sogni: e io ti aspetto. Ora sono vecchio e le mie gambe insicure non mi permettono di salire fin lassù, per cercare la tua ombra. Oggi sono seduto vicino a quella maestà. Lo sguardo di quella Madonna è triste. Raccolgo una delicata rosellina selvatica e gliene faccio omaggio. Mentre quell'immagine mi sorride, rivedo il tuo sorriso d'allora.
Da allora, non ti ho mai più rivista, ma di notte torni spesso nei miei sogni: e io ti aspetto. Ora sono vecchio e le mie gambe insicure non mi permettono di salire fin lassù, per cercare la tua ombra. Oggi sono seduto vicino a quella maestà. Lo sguardo di quella Madonna è triste. Raccolgo una delicata rosellina selvatica e gliene faccio omaggio. Mentre quell'immagine mi sorride, rivedo il tuo sorriso d'allora.
domenica 13 settembre 2015
Di notte
I muti e solitari anfratti, e le caverne buie su quelle strette valli, erano il nostro paradiso. Nessuno vi saliva: credevano fossero nefaste. Ora che tu non ci sei più, di notte, quando il buio è profondo, i lupi ti cercano e al mattino piangono.
Io vago in un'inutile città, dove gli uomini camminano come automi, e senza saperlo cercano qualcosa che mai più troveranno. Nella mia ultima notte, vorrei essere lassù. I lupi mi farebbero compagnia.
Io vago in un'inutile città, dove gli uomini camminano come automi, e senza saperlo cercano qualcosa che mai più troveranno. Nella mia ultima notte, vorrei essere lassù. I lupi mi farebbero compagnia.
domenica 6 settembre 2015
A primavera, talvolta
Volevo salire lassù, dove sono rimasti i nostri sogni, ma ormai il camminare è faticoso. Sono arrivato fino alla radura. Mi sono seduto vicino alla maestà, ormai quasi in rovina. Una rosellina selvatica era aggrappata a quei sassi traballanti: voleva raggiungere l'immagine della Vergine, sfumata dalle intemperie. Gli occhi erano tristi e pensosi. Sentivo il fruscio dei rami e la musica delle foglie. Dalla sorgente avvolta nel muschio scorreva lenta un'acqua verde e trasparente. Pensavo: "se ci sei ancora, dove sarai?Qualche volta ti ricorderai di me?".
Ero semi-addormentato ed era un giorno di maggio. A primavera, talvolta, tornano i ricordi e si perdonano. Prima di partire ho annaffiato quella rosellina selvatica. Gli occhi tristi di quell'immagine sorridevano.
Ero semi-addormentato ed era un giorno di maggio. A primavera, talvolta, tornano i ricordi e si perdonano. Prima di partire ho annaffiato quella rosellina selvatica. Gli occhi tristi di quell'immagine sorridevano.
martedì 25 agosto 2015
I cuccioli
Lassù, nei nostri boschi celesti, c'è una radura in cui abbiamo scavato una tana e nascosto i nostri sogni. Il vento d'autunno la copre di foglie dai colori spenti. Quando la foschia macchia i boschi celesti, a valle arriva l'eco delle grida degli angeli. D'inverno, i lupi trovano riparo nella nostra tana, e i cuccioli cullano i nostri ricordi.
lunedì 17 agosto 2015
L'attesa
Prima di partire, fissò a lungo quella casa sotto il monte. Mentre scendeva, ai lati del sentiero fiori fragili e colorati le sorridevano. Guardò in alto, e vide le nostre montagne scontrarsi con l'azzurro del cielo. Poi andò a vivere in una città grande e inutile. Con il tempo, nessuno si ricordò più di lei.
In un mattino pieno di sole, dalle nostre montagne scendeva una gradevole brezza, e il lento suono di una campana l'accompagnava. Era tornata per sempre. Un vecchio, che non aveva mai smesso di aspettarla, sotto l'ombra di un cipresso piangeva.
In un mattino pieno di sole, dalle nostre montagne scendeva una gradevole brezza, e il lento suono di una campana l'accompagnava. Era tornata per sempre. Un vecchio, che non aveva mai smesso di aspettarla, sotto l'ombra di un cipresso piangeva.
domenica 2 agosto 2015
Il nostro sentiero
Il sole scalda le pietre battute del nostro sentiero, dove è nascosta la tua ombra. Esci quando le stelle sono ferme, e la luce della luna sfiora quelle antiche pietre. Rimani lì: non andare oltre quel sentiero, troveresti l'orrore del mondo. Guarda in alto, e qualcuno ti dirà che sono rimasto solo a camminare su questa terra. Alza lo sguardo sul nostro pezzo di cielo e finalmente finiranno le nostre pene. Un vecchio lupo solitario si riposa sul nostro sentiero.
domenica 12 luglio 2015
Il vento si fermava
Quella notte, notte di maggio, il vento passeggiava nei nostri boschi celesti e ti cercava. La luna silenziosa se n'era accorta e si avvicinava per mandare più luce. Poi il vento si fermava ad ascoltare un notturno di Chopin, che proveniva dalla nostra radura. Tornerò lassù, in una notte di luna piena, e assieme al vento ti cercherò.
domenica 21 giugno 2015
Il gatto
Vecchio e stanco, sedevo nel portico su una sedia bassa e traballante. Ogni tanto, le roselline rampicanti perdevano petali e i ricordi mi guardavano. Il sole abbandonava l'orizzonte, mentre qualche stella si era già accesa. Dalla boscaglia si udiva il canto delle felci, mentre gli gnomi si preparavano per la notte.
Con passi lenti e pesanti, entravo nella mia camera. Ma tu vivevi sotto cieli lontani e non sentivi quel lento camminare. Intanto, il mio amico gatto si adagiava vicino a me, guardandomi di nascosto con occhi tristi.
Con passi lenti e pesanti, entravo nella mia camera. Ma tu vivevi sotto cieli lontani e non sentivi quel lento camminare. Intanto, il mio amico gatto si adagiava vicino a me, guardandomi di nascosto con occhi tristi.
sabato 13 giugno 2015
Notte d'estate
Era una notte d'estate. Un vecchio lupo saliva faticosamente quel sentiero dove erano rimasti i tuoi sguardi. Le stelle erano vicine e l'accompagnavano con luce divina. Stremato, raggiungeva la nostra radura; poi si sdraiava e alzava lo sguardo verso il cielo. Mentre i suoi occhi si chiudevano per sempre, scendeva San Francesco e lo benediceva.
Sui rami della selva si aggirava un'ombra azzurra: osservava e sorrideva.
(L'immagine è tratta da: http://www.italiaparchi.it/parchi-naturalistici/parco-natura.aspx?title=Parco+Nazionale+d%27Abruzzo+Lazio+e+Molise&typecod=dati&cod=5B23118EBB0BAA85BA9471030602AC&order=0&type=paramurl)
Sui rami della selva si aggirava un'ombra azzurra: osservava e sorrideva.
(L'immagine è tratta da: http://www.italiaparchi.it/parchi-naturalistici/parco-natura.aspx?title=Parco+Nazionale+d%27Abruzzo+Lazio+e+Molise&typecod=dati&cod=5B23118EBB0BAA85BA9471030602AC&order=0&type=paramurl)
lunedì 25 maggio 2015
Era quel giorno
Tra i rami spogli dei nostri boschi celesti, scorreva una luce velata; e sui sentieri, gli arbusti erano avvizziti, avvizziti e tristi come i miei pensieri. Alta nel cielo vagava una nube, e spargeva lacrime. Era quel giorno che ti portarono via da me. Lassù, il vento del nord spogliava il tuo giardino. A me restava la luce dei tuoi occhi.
domenica 26 aprile 2015
Agonia d'autunno
Lassù, nell'agonia d'autunno, il vento sollevava foglie stanche e, senza remore, le trasportava nel nostro rifugio abbandonato. Dalle cime scendeva lenta una sottile nebbia con i colori dell'addio. Il cielo muto guardava i tronchi spogli dei nostri boschi, mentre dai sentieri giungevano echi lontani. A ogni passo, i sassi ripetevano frasi dette in lontane, luminose estati. Rispondevo: dimenticate, io passavo di qua per caso. Riposavano alte nel cielo le nubi.
(La foto è di Fiorenzo Fallanti ed è tratta da: http://www.fotocommunity.it/pc/pc/display/22318564)
(La foto è di Fiorenzo Fallanti ed è tratta da: http://www.fotocommunity.it/pc/pc/display/22318564)
lunedì 6 aprile 2015
Il cielo blu scuro
Quella notte, il cielo era blu scuro, chiare le stelle; e dal maniero buio un lungo grido di un angelo mentre lei si spegneva. Poi la fecero scivolare nel lago, quando nessuno vedeva, mentre dall'alto piovevano stelle.
Lassù, sul quel sentiero, un lupo non riusciva a trovarla, e la selva era muta. Da una pianura lontana e desolata, giungeva il vento che increspava le acque. E il cigno nero ricordava una leggenda d'amore.
Lassù, sul quel sentiero, un lupo non riusciva a trovarla, e la selva era muta. Da una pianura lontana e desolata, giungeva il vento che increspava le acque. E il cigno nero ricordava una leggenda d'amore.
domenica 29 marzo 2015
Il campanile
Era maggio. Quel giorno, ti accompagnavano assieme al lungo e lento tocco di una campana, e io non volevo esserci. Fuggivo lassù, sul nostro sentiero, mentre i fiori solitari e senza nome guardavano il cielo e i petali erano bagnati di lacrime.
Sui nostri boschi celesti il sole si addormentava, sulle creste il vento riposava e la campana taceva. Raggiungevo la piccola radura, il nostro regno. Stranamente erano cresciute roselline selvatiche, timide e fragili. Dalla selva, la luce profonda dei tuoi occhi mi fissava, e il dolce, felice sorriso mi faceva capire che eri per sempre quassù.
Sui nostri boschi celesti il sole si addormentava, sulle creste il vento riposava e la campana taceva. Raggiungevo la piccola radura, il nostro regno. Stranamente erano cresciute roselline selvatiche, timide e fragili. Dalla selva, la luce profonda dei tuoi occhi mi fissava, e il dolce, felice sorriso mi faceva capire che eri per sempre quassù.
domenica 15 febbraio 2015
Sulle acque
Il cielo era azzurro, e chiare le acque del piccolo lago dove si specchiava il maniero. Da una finestra aperta, entrava il malinconico sole autunnale e garbatamente ti cercava. Sulle acque lievemente mosse, danzava un'ombra accompagnata da una melodia lontana, che mi riempiva la mente di ricordi e di sogni.
Di notte, un raggio di luna, con la luce dei tuoi occhi, scendeva nel profondo delle tristi acque dove c'era una tomba. Poi, passava veloce il vento sottile, e lasciava sulle mie spalle foglie spente e antiche.
Di notte, un raggio di luna, con la luce dei tuoi occhi, scendeva nel profondo delle tristi acque dove c'era una tomba. Poi, passava veloce il vento sottile, e lasciava sulle mie spalle foglie spente e antiche.
martedì 20 gennaio 2015
Il peso dei ricordi
Ogni tanto, sui miei passi cadeva qualche foglia spenta. Tra le piante spoglie, giungeva una voce e il vento piangeva. Mi sedevo su quel masso avvolto da edere dove era impressa la tua ombra; e il vicino rigagnolo accarezzava foglie marce. Avevo il cuore stanco e, negli occhi, il peso dei ricordi. Il cielo era azzurro, guardavo in alto e chiedevo: Signore, dolce Signore, apri per un attimo i cancelli del cielo e fammi vedere dove gli angeli l'hanno portata.
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