martedì 15 luglio 2008

La casa

Tu che vivi in quella che fu la mia amata casa, nelle notti invernali potresti sentir graffiare la porta da un lupo: non temere, cerca me. Se un capriolo coi suoi grandi occhi guarderà la finestra di quella che era la mia camera, non cacciarlo: sta cercando me. Se al mattino presto, sul portico, sentirai miagolare gatti ancora sporchi di tiepida cenere, dopo aver trascorso la notte in un angolo del vecchio forno, lasciali stare: cercano me.
Questa stella più lucente delle altre, che punta dritto alla finestra di quella che fu la mia camera, crede ancora di farmi compagnia. Non guardarla: quando s'accorgerà che non ci sono più, non ti disturberà.

Gli amici


Da bambino, come compagno e amico, avevo un gatto bianco e nero, chiamato Ghefo. Quando morì piansi, e il dolore fu molto grande. Da bambino giocavo e sognavo da solo nel folto dei boschi. Quando il temporale giungeva improvviso, sapevo dove ripararmi. Dalle tane e dai buchi delle vecchie piante occhi mi scrutavano, ed erano felici che fossi rimasto.
Da grande la città m'inghiottì; ora sono anziano e mi accorgo che ho visto solo uomini andare in fretta, cupi e nervosi. Mi sento orfano, e qualche volta spero che i miei amici dei boschi sentano la mia mancanza.