giovedì 10 maggio 2007

L'amico



Questa è una storia assolutamente vera, una storia che non ho mai dimenticato nonostante la mia età non più "verde".
Sono nato in una piccola frazione del Frignano, nell'appennino tosco-emiliano in provincia di Modena. Da ragazzo avevo un gatto al quale ero particolarmente affezionato. L'avevo salvato in un freddo giorno d'inverno dopo averlo trovato nella neve, appena nato, sottraendolo così a una morte sicura. Quando lo raccolsi non aveva ancora gli occhi aperti. Fui io la prima persona a nutrirlo e ad allevarlo. Lo chiamai Ghefo e fummo a lungo inseparabili.
Quando partii per andare a Bassano del Grappa a fare il militare nel corpo degli Alpini, ovviamente dovetti lasciarlo. Ebbi la mia licenza dopo tre mesi, quando finalmente potei tornare al mio paese. Giunto a Modena con il treno, dovetti prendere la corriera per arrivare in montagna. Il viaggio fu lungo e accidentato, visto lo stato delle strade a quei tempi, ma io ero lieto di farlo pur di tornare a casa.
Quando, terminato il viaggio, scesi dal mezzo nella piazza principale del paese, non vidi nessuno ad aspettarmi, nessun essere umano; ma, fatto "strano", del tutto inaspettatamente mi saltò addosso, dapprima spaventandomi, proprio il mio caro Ghefo, l'unico essere vivente in quel momento presente proprio davanti alla corriera ferma. Dopo essermi saltato addosso, si appollaiò sulle mie spalle e lì rimase finché non arrivammo a casa.
Una signora anziana, su un balcone, vide tutta la scena e non riuscì mai a dimenticarla. Da quel momento, ogni volta che passavo davanti a casa sua, mi fermava e mi ricordava stupefatta quanto era accaduto: non riusciva a spiegarsi perché il mio gatto aveva "sentito" che quel giorno sarei tornato a casa. E dire che, prima d'allora, non era mai andato nella piazza del paese in vita sua.

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