domenica 30 giugno 2024

Lo sguardo

Raccontavo a un timido fiore solitario color del cielo, cresciuto nel buio di un fosso, un lontano passato. Intorno a me, il lutto e il Requiem delle foglie spente. Volevo che la mia voce volasse lontana, ma il vento era stanco. Restava il silenzio, la solitudine e lo sguardo triste delle ombre. 

Mentre salivo, inciampavo in un trnco nero, fragile e ammuffito, rifugio per gli insetti. Nel cielo  appariva una nuvola verde a cui chiedevo di dare asilo ai miei ricordi. Questa notte sognerò l'azzurro del tuo cielo. Ti vedrò suonare la tua chitarra flamenca tra le bianche case di un villaggio sperduto dell'Andalusia, e il tuo sguardo di gitana mi accompagna sereno verso il tramonto. 

domenica 23 giugno 2024

Nel borgo muto

Quella notte abbiamo pianto insieme nel deserto. Le stelle, commosse, ci guardavano, mentre un angelo teneva la bambina fra le braccia. Tu ascoltavi triste i silenzi delle lunghe ombre, che parlavano di me e del mio lontano borgo senza voce. 

Ora sono io quel vecchio che cammina solo nel borgo muto. Quando il sole si addormenta e all'orizzonte appare qualche nuvola azzurra, la memoria cerca le luci della tua assenza. Sul pendio c'è un cipresso che vuole leggermi una poesia di Edgar Allan Poe. 

domenica 16 giugno 2024

L'attesa

 

Tra le ombre dei boschi, il faticoso respiro di una rosellina morente e il pianto di una falena. Lo sguardo dei fiori, icone che attendono come me che qualcuno ci chiami. Dalle alture scendono aromi di solitudini ed echi di malinconia. Dal tremolio delle foglie, una nenia mi ricorda una terra lontana. Regalo le parole dei miei silenzi all'orizzonte. 

domenica 9 giugno 2024

Il cipresso

In un antico chiostro, con lo sguardo di eterne solitudini, meditava un cipresso. Come amico aveva un vecchio poeta di montagna, che ogni tanto andava a trovarlo. I due parlavano in assoluto silenzio. Da una vicina cella, un monaco, non si sa come, ascoltava, s'intristiva e qualche volta piangeva. 

Avrei voluto chiedere molte cose a quel vecchio poeta di montagna, ma non volevo turbarlo. Il mattino in cui abbatterono il cipresso, anch'io ero presente insieme ai monaci. Mentre il cipresso cadeva, un obliquo raggio di sole penetrava fra i rami e potevo udire le sue lacrime. Un monaco chiuso nella sua cella cercava lo spartito di una Fuga di Bach. 

Capivo che, in quello stesso momento, non si sapeva dove, si spegneva anche il vecchio poeta di montagna. Quel giorno, a Casa del Monte, il fantasma di una nobile signora lo cercava. 

domenica 2 giugno 2024

Il regalo degli dèi

Sopra di me l'infinito, le ali della solitudine, la luce delle alture e i tuoi occhi sospesi su una nuvola, che cercava l'orizzonte. Il vento mi raccontava le parole di quella terra lontana. Poi adagio sussurrava:"C'è un'oasi che da sempre ti aspetta". Lentamente il bosco si trasformava in una cattedrale gotica senza tetto. I fiori si coloravano di sfumature ignote, e si udiva una musica non terrena. 

Dal balcone azzurro del cielo scendevano gli angeli per ascoltare, tenendo per mano Aisha. Qualcuno aveva dimenticato tra il fogliame di un acero uno spartito di Beethoven. Forse era un regalo degli dèi cacciati dall'uomo prima di fuggire nel Valhalla.