Amo la malinconica luce e la mistica tristezza dell'autunno. I sorrisi spenti dei fiori cercano il cielo, e piango assieme a un angelo. Gli alberi, spogli e neri, sono braccia e croci che cercano Dio. Come sempre a novembre, tutto solo e lontano dalle delizie del mondo, torno lassù, nei boschi silenziosi. Timide violette azzurre, aggrappate all'umido muschio, mi attendono ansiose prima di essere spezzate dalla brina. Adagio, per non farmi male, raccontano di Aisha mentre cammina sotto cieli lontani, tenendo per mano un angelo bruno, e altre cose che non posso dire.
Al ritorno, nelle siepi disadorne, dalle foglie agonizzanti trascinate dal vento una voce o forse un lamento ripete: "Sei tu, Antonio? Dove vai?".
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