
Temo la città. Di notte non voglio vedere i lampioni, mi guardano malvagi. Ricordi? Eri esile e bionda, portavi scarpe grosse, e io sorridevo. Attraversavamo boschi di castagni, di querce e di cerri, giungevamo dov'erano lamponi e mirtilli, e io te
ne offrivo qualcuno. Il monte, assieme al cielo azzurro macchiato da nuvole biancastre e buone, ci sorrideva e aspettava.
Le stagioni rinnovano tutto. Ma i sassi sono quelli di allora, non cambiano mai. Non dimenticano il rumore dei nostri passi. Se mi senti, e lo spero, vieni a prendermi e portami dove sei tu.