Spesso piango al tuo ricordo. In un giorno di sole ero tornato lassù, a Casa del Monte. La dimora in cui avrei voluto portarti era un cumulo di macerie e di travi affumicate, e le foglie dell'autunno, inumidite dalle nebbie, vi trovavano rifugio. La luce della malinconia era macchiata da visioni di un lontano dolore. Salivo su una radura conosciuta da pochi, e che un tempo fu una celeste dimora degli dèi e di fantastiche leggende. Intorno a me fiori azzurri e gialli cercavano il volto del cielo, e il triste mondo degli uomini era lontano.
Al ritorno, tra le ombre del sentiero silenzioso, una voce. Eri tu che mi chiamavi?
domenica 27 ottobre 2019
domenica 20 ottobre 2019
Fine estate
Per il sentiero tra i prati
andremo ancora, verso il torrente
potremo così guardare insieme
la fresca acqua paziente.
Lì potremo stare in silenzio
per un attimo ancora
vicini tenendoci per mano
finché non dovremo scendere
nel paese che non conosciamo.
(Hermann Hesse, Poesie d'amore, Oscar Mondadori)
andremo ancora, verso il torrente
potremo così guardare insieme
la fresca acqua paziente.
Lì potremo stare in silenzio
per un attimo ancora
vicini tenendoci per mano
finché non dovremo scendere
nel paese che non conosciamo.
(Hermann Hesse, Poesie d'amore, Oscar Mondadori)
domenica 13 ottobre 2019
Il mistero
In giorno di primavera, un vecchio, aiutandosi con un bastone, risaliva il sentiero che portava a Casa del Monte, dove quattro dimore di sasso cercavano il cielo. Il vecchio si guardava intorno e sorrideva ai fiori. Tra i raggiai riposava e sognava una nebbiolina azzurra, e nel fondo dei fossi la melodia degli uccelli. Lo raggiungevo chiedendogli se avesse bisogno di qualcosa, anche perché quassù nessuno lo conosceva. Mi fissava. Lo sguardo raccontava un passato lontano e misterioso, e il sorriso una dolce e antica malinconia. Rispondeva: "Io sono il figlio di Casa del Monte".
domenica 6 ottobre 2019
Il cero
Cantava nel coro di una cattedrale. La sua voce soave oltrepassava la volta, e le guglie la facevano salire al cielo, mentre gli angeli attendevano. Quando si spegnevano le luci, usciva. I suoi nobili parenti l'aspettavano per riportarla al maniero, che si specchiava nelle acque tristi del lago. In quel luogo sacro, presso un angolo nascosto, qualcuno ha posato un cero, la cui fiammella azzurrognola rimane sempre accesa. Di notte, dal maniero esce il fantasma di una divina fanciulla, fasciata da seta celeste, alla ricerca di quella fiamma azzurrognola.
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