Era un giorno di primavera. Con l'aiuto del mio bastone ero salito a Casa del Monte, dove qualcuno mi aveva portato da bambino. Della casa era rimasto ben poco. Un gatto mi guardava con gli occhi tristi. Sulle alture, cumuli di nubi bianche, bianche come i miei capelli. Nel cielo voli di uccelli e, tra le erbacce incolte, la luce di piccoli fiori.
Mentre camminavo nel silenzio del bosco, scorrevano ricordi di quando, bambino, bevevo alla sorgente che scorre tra foglie dal profumo di menta e di limone. Da una lunga ombra, mi chiamava una voce lontana. Chiudevo gli occhi e rivedevo lo sguardo amico della luna nel deserto sconfinato. Smarrito e confuso, mi prendevi per mano e mi portavi alla tua casa. Aisha: se ancora ci sei, fermati e guarda l'acqua che scorre nell'oasi. Vedrai l'ombra di un ragazzo diciottenne che da sempre cerca la tua mano.
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