Una nube azzurra baciava l'orizzonte. Nei miei boschi, le penombre erano piccole maestà, e tra gli sprazzi di luce il volto della Madonna. Un timido vento giocava con il fitto fogliame, e nell'aria una musica celeste, e la mia mente vagava lontana. Rivedevo quella bambina che, sotto le palme, guardava la luce malinconica della luna, e nell'oscurità gli occhi di Aisha.
La mia casa vuota è senza voci, la porta è spalancata, le finestre sono aperte e i vetri sono rotti. Sotto il tetto c'è un nido, e tutti gli anni una coppia di rondini torna a primavera.
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