Su quei sentieri, baciati da cieli azzurri e dallo sguardo di Dio, e nell'azzurro i miei sogni. I mormorii di una sorgente, e tra le ombre un bianco, fragile giglio, e la tua luce, mentre le mie labbra sussurravano il tuo nome. La primavera aveva colorato di celeste i boschi dove erano esiliati gli dèi. Nell'aria, con sfumature d'azzurro, la melodia del tuo liuto rinnovava un ricordo, colorandolo di gioie lontane. Era maggio. Al tramonto una campana invitava alla preghiera, e tornava il sapore della fede.
Ci rincontreremo come allora, in un mondo per sempre azzurro, dimora di Dio.
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