Camminavo solo sui sentieri che conducono lassù, nel regno del silenzio. Nel cielo blu, una nuvola solitaria, e nell'aria profumo di gelsomini e gigli selvatici. I verdi muschi, accarezzati da acqua azzurra, erano macchiati. Sui rampicanti volavano api e calabroni, alla ricerca del polline profumato di miele. In una radura nascosta, protetta da lunghi alberi neri, una luce divina colorata dagli angeli. Forse fu rifugio o altare degli dèi, da tutti dimenticati.
Nel fogliame, mosso dal vento, un velo di nebbia e un concerto di flauti, violini e violoncelli. Un canto d'amore e una nenia triste rinnovavano un ricordo. Veniva la sera, e cercavo quella stella che riposa con te in un'oasi lontana e silenziosa.
Ti chiamo, e forse piango. Mi sono smarrito in un mondo di sogni, e tu sei quell'ombra azzurra che mi accompagna. Perché mi vieni a cercare fin quassù? Non ferire la mia malinconia.
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