Apparteneva al cielo e gli angeli l'aspettavano. Se ne andò quando l'inverno stava finendo. Io ero accanto a lei, e nell'aria profumo di primavera. Da quel giorno, era la prima volta che entravo e mi sedevo nella cattedrale. Fuori la nebbia aveva steso un velo sottile su ogni cosa, e le guglie cercavano il cielo. Intorno a me, le mura e gli altari mi raccontavano il Medioevo, e si respirava l'alito di Dio. Solo le lacrime delle figure avevano il colore di ieri, di oggi e di sempre: è il colore che ci accompagna nel tempo. Mentre ascoltavo la Messa solenne di Beethoven, un angelo mi accarezzò una mano, e i ricordi si colorarono d'azzurro.
Ora sogno immensi tramonti celesti.
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