Eri figlia del deserto. I tuoi occhi avevano le ombre delle immense notti, e i colori dei sogni dell'alba. Quando il tramonto spegneva la luce sui palmeti, ascoltavi il misterioso silenzio del cielo, e con ansia attendevi le parole del vento; ma il vento taceva. In un giorno d'autunno colorato da pallida nebbia e da orizzonti sfumati, camminavo solo e un poco stanco tra faggete ormai spoglie, che assomigliavano ad antichi templi abbandonati dagli dèi. E, mentre ti pensavo, da una sorgente ornata da orchidee selvagge scorrevano note del divino Schubert, e il vento taceva.
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