Ulisse era un cane dalmata, che da sempre viveva in città accudito con molto amore. I suoi padroni, a un certo punto, furono costretti a disfarsene per motivi di forza maggiore, ed io lo presi con me, d'accordo con la mia famiglia.
Tuttavia Ulisse rimase con noi pochissimo perché abitavamo in una casa nella quale non potevamo tenerlo, non avendo sufficiente spazio a disposizione. Fu così che allora lo condussi in appennino, da un mio conoscente, perché ero sicuro che sarebbe stato trattato benissimo.
Infatti, una volta giunto in quel casolare, oltre ad essere amato e coccolato dal suo nuovo padrone, Ulisse divenne in breve amico di tutti. Il borgo era abitato da persone anziane, sempre liete di accoglierlo nelle loro case quando, tutte le mattine, faceva una lunga passeggiata nei sentieri circostanti, libero di muoversi come desiderava.
Una volta all'anno, d'estate, tornavo in quel borgo, perché amavo camminare attraverso i boschi, e in queste circostanze Ulisse mi accompagnava pazientemente. Ogni tanto, durante le mie passeggiate, avevo l'abitudine di riposarmi sempre negli stessi posti; ebbene, Ulisse aveva imparato dove ero solito sedermi, tanto che mi precedeva correndo fino al luogo prescelto.
Adesso Ulisse non c'è più. Quando mi capita di tornare in quel borgo, non compio più le medesime passeggiate perché mi manca vederlo correre davanti a me, felice e vivace.
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