Nel borgo muto la nebbia del tardo autunno riposava e sognava. In quel che fu un giardino, era rimasta una rosa cosparsa da lacrime di brina. Dal cielo venivano le parole dei silenzi e onde di malinconie. Una sorgente raccontava la storia di un paese lontano e di sogni sepolti in una duna. Tra le nere foschie delle alture, la tua voce, e in una fugace visione accarezzavo il tuo volto. La perenne tristezza si colorava di ricordi dorati. Dalla cattedrale del cielo, echi del tuo violoncello.
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