Lassù, in quel piccolo borgo dove qualcuno mi portò da bambino, sono rimaste quattro case vuote, e vi gioca il vento. L'aia è invasa da sterpaglie, tra le ortiche spuntano scheletri di attrezzi agricoli e le rondini volano altrove. Nella fontana, si specchiano le ombre e scorrono lacrime. Roselline selvatiche e gentili si sono aggrappate ai sassi della Maestà cadente, e disperate cercano di raggiungere il volto della Madonna. Noi abbandonammo borghi e paesi dai cieli azzurri, perché ci dissero che nelle città l'avvenire era roseo. Ora tutti gli amici sono scomparsi. Vivevano nelle periferie delle città, o ai bordi dei grandi complessi industriali, dove il cielo è perennemente grigio e gli angeli hanno sprangato le porte.
Sono vecchio e da sempre porto con me una visione e una certezza. Ricordo un ragazzo come me, con gli occhi colorati da un'immensa malinconia, che usciva con una valigia consunta dalla Gare du Nord di una città francese. Aveva fretta e non ci salutammo, e le onde del vicino oceano rumoreggiavano. Capii che quel ragazzo sarebbe vissuto sempre esiliato.
Nessun commento:
Posta un commento