lunedì 23 dicembre 2013
La culla di Natale
Nelle foreste spoglie della Garfagnana, la neve scende in silenzio, accompagnata dalla ninna-nanna di Brahms, per non disturbare gli abitanti delle tane. I miei amici gnomi e lupi scrutano il cielo e ricordano i nostri segreti. Sul manto bianco cade qualche lacrima, mentre scure edere perenni abbelliscono l'ingresso di una grotta. All'interno stanno lavorando di gran lena: presto arriverà il santo Natale.
Con cortecce di tronchi caduti, preparano una culla. Il cuscino, fatto con foglie dai colori dell'attesa ed erbe secche temprate dalla brina, sarà il dono degli ospiti dormienti. Nella notte di Natale, gnomi e lupi siederanno accanto alla culla vuota.
In un angolo sul muschio gelato, un cestino, colmo di bacche rosse, profuma di selva. A mezzanotte, come sempre, dal cielo scende San Francesco col Bambino Gesù avvolto in un saio e lo depone delicatamente nella culla vuota, mentre dalle tane si avvertono esplosioni di gioia. San Francesco ringrazia e benedice, poi riprende il Bambino Gesù che sorride e batte le manine. Dopo arriva una luce misteriosa, li avvolge e li riporta in cielo.
Un'estate, i miei amici gnomi e lupi, presso i quali ero ospite gradito, mi confidarono che nessun essere umano avrebbe mai potuto partecipare a quell'evento. Questo è un segreto che mi è stato concesso di poter raccontare.
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