Nel borgo montano, che fu il regno della mia infanzia solitaria, da tempo non ci sono più voci. I sentieri che portano lassù sono in rovina. Arbusti e tronchi caduti hanno ostruito il cammino. Nella piccola Maestà, il sorriso triste di una Madonna. Foglie dal colore del pianto, portate dal vento, le fanno compagnia.
Ma, nella notte di Natale, dal cielo scende un angelo celeste e le porta un fiore, e il sorriso si accende di luce divina. Gli ospiti delle tane le regalano una culla di verde muschio, e di erbe secche profumate. San Francesco porterà il bambino. Dalla fontana, che da sempre piange, si ode una dolce melodia. Buon Natale al mio indimenticato borgo montano senza voce. Buon Natale ai miei pazienti lettori e a chi soffre.
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