D'improvviso arrivò un'eco. Era la voce dei monti che chiamava un figlio. Mentre risalivo quei sentieri, ascoltavo il sussurro degli alberi, le melodie degli uccelli - e le rose selvatiche sorridevano al sole. Mi arrivavano suoni impercettibili. Bevevo acqua che, scendendo, bagnava gelsomini e gigli bianchi, e dissetava le creature di quei luoghi silenziosi. Poi attendevo la notte per dialogare con la luna e le stelle: ero sicuro che mi avrebbero indicato roveti e grandi radici di alberi troppo vecchi.
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