Eri di Siviglia. Con gli occhi colorati di nostalgia, mi raccontavi dell'Andalusia, di arene e di toreri. Un giorno mi prendesti per mano. Attenta come non ti avevo vista mai, volevi che ti parlassi ancora dei boschi, dei torrenti, delle nebbie e delle leggende delle mie montagne. Quel giorno, arrivammo fino all'ombra sottile di una duna, e mi dicesti: "Nascondiamo i nostri sogni nella sabbia". Quella notte, come sempre, ballasti il flamenco, mentre il canto jondo ti accompagnava.
Io camminavo nel deserto e guardavo tutte le ombre sottili delle dune.
Ora sono vecchio e un poco stanco. A volte, quando mi siedo sulla poltrona, ascolto Andaluza di Granados. Poi chiudo gli occhi e ti vedo cercare l'ombra sottile di quella duna.
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