domenica 23 dicembre 2012

Sogno di Natale

Si  avvicina  Natale. Chiudo  gli  occhi  e, nel  silenzio, ascolto  il  rumore  e  le  voci  di  un  tempo, quando  la  luna  d'inverno  entrava  con  garbo  nelle  ombre, lasciando  intatto  il  bianco  della  neve. Immagino  d'essere  seduto  su  quel  costone, dove  durante  l'infanzia  giocavo  da  solo.

Vedo  le  case  semi-diroccate  del  borgo: sembrano  in  attesa  di  fantasmi  e  di  impossibili  ritorni. Sulle  mura, tra  le  fessure  dei  sassi, sono  rimasti  i  colori  del  rimpianto  e  della  mia  malinconia. Sul  portico, rivedo  il  ginepro  addobbato  con  qualche  mandarino  e  torroncini  colorati, e  ripenso  al  camino, in  cui  il  grosso  ciocco, posato  dal  mattino  presto, bruciava  lentamente. Rivedo  anche  il  mio  amato  gatto,  felice  vicino  al  calore, spalancare  gli  occhi  a  ogni  scoppiettio  di  scintille; sul  tavolo, profumo  di  castagnaccio  e  mistocche  ancora  calde.

Ripenso  al  sentiero  ripido  che  conduceva  al  sagrato  della  chiesa: lo  percorrevamo  lentamente  per  andare  ad  ascoltare  la  messa  nella  santa  notte  di  Natale. Al  ritorno, un  freddo  intenso  ci  accompagnava  fino  a  casa. Poi  ci  coricavamo  inseguiti  da  una  magica  visione  e  da  rumori  di  mamma. E  le  stelle  erano  un  po'  più  vicine.


(Le  mistocche  sono  forme  di  pane  fatte  con  farina  di  castagne)




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