Vedo le case semi-diroccate del borgo: sembrano in attesa di fantasmi e di impossibili ritorni. Sulle mura, tra le fessure dei sassi, sono rimasti i colori del rimpianto e della mia malinconia. Sul portico, rivedo il ginepro addobbato con qualche mandarino e torroncini colorati, e ripenso al camino, in cui il grosso ciocco, posato dal mattino presto, bruciava lentamente. Rivedo anche il mio amato gatto, felice vicino al calore, spalancare gli occhi a ogni scoppiettio di scintille; sul tavolo, profumo di castagnaccio e mistocche ancora calde.
Ripenso al sentiero ripido che conduceva al sagrato della chiesa: lo percorrevamo lentamente per andare ad ascoltare la messa nella santa notte di Natale. Al ritorno, un freddo intenso ci accompagnava fino a casa. Poi ci coricavamo inseguiti da una magica visione e da rumori di mamma. E le stelle erano un po' più vicine.
(Le mistocche sono forme di pane fatte con farina di castagne)
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