Sul finire di settembre ero solito fare visita ai miei amici gnomi. Appena arrivato e dopo un'accoglienza sempre calorosa, mi conducevano subito nell'infermeria, luogo da me particolarmente amato a causa del garbo e della cura con cui trattavano gli ospiti, feriti o ammalati, di queste meravigliose foreste della Garfagnana.
Una volta mi capitò di notare una presenza sconosciuta: un lupacchiotto, che mi osservava con occhi più che umani, e che addirittura mi sorrideva. Vedendo la mia sorpresa, uno gnomo mi spiegò:"L'ha portato una lupa perché era ferito. Fra qualche giorno tornerà a prenderlo, essendo ormai guarito". Poi precisò: "Prima che la neve copra tutto viene il branco, e ci accompagna in luoghi persino a noi sconosciuti, indicandoci legni, radici, cortecce, bacche dai colori mai visti, e muschi con bellissime sfumature di verde. Tutte cose che ci sono utili durante il lungo inverno. E' la ricompensa dei lupi per le cure che prestiamo loro quando ne hanno bisogno".
In seguito iniziammo a parlare del Natale. Io feci notare che questa festa è uno straordinario avvenimento, celebrato su tutta la Terra, e chiesi se anche loro lo festeggiassero. Sorridendo, con occhi sognanti, lo gnomo mi spiegò: "Nella sala comune viene allestito il presepe; raccogliamo, sul grande tappeto formato da cortecce e da muschio, una foglia per ogni varietà di piante. Con le diverse sterpaglie, le erbe quasi secche e la terra leggera, facciamo la capanna e vi poniamo una culla di erbe profumate. Qui adagiamo, al tramonto, il bambino Gesù, e lo contempliamo tutti insieme. Poco dopo arrivano i lupi, che si accovacciano vicino a noi con lo sguardo rivolto al bambinello. A mezzanotte avviene il celestiale evento. San Franceso d'Assisi entra con un bambino Gesù di terracotta in mano, toglie il nostro dalla culla e vi depone il suo. Questo è lo scambio dei nostri doni. Dopo, San Francesco benedice tutti a uno a uno, saluta e se ne va accompagnato, per un breve tratto, dai lupi. E torna in Paradiso".
Ascoltato questo racconto, compresi che San Francesco scendeva dal Cielo solo per loro, perché lo meritavano. E capii che la mia presenza avrebbe impedito, quell'anno, la sua venuta. Per un attimo desiderai essere uno gnomo.
Quando lasciai i miei amici del bosco, durante il cammino vidi nuvole biancastre rincorrersi in cielo, e ogni tanto montagne candide. Sembrava quasi che una figura angelica mi conducesse, per mano, verso quelle montagne innevate, alte e maestosamente solitarie: era forse un sogno?
Un ultimo sguardo; ma dopo, mestamente, cominciai a scendere per tornare a casa.
1 commento:
fantastico racconto per chi spera che gli gnomi esistano per d'avvero...è bello ogni tanto sperare che oltre le brutture che alcuni di noi facciamo alla natura bruciandola calpestando tutto ciò che incontriamo e lasciando dietro di noi solo immondizie.. ci siano minuscole creature pronte a rimediare e a soccorrere il delicato ma bellissimo mondo dei boschi...un bacio da chi spera un giorno di scoprire che esistano!!!
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