Quel sogno, vissuto in un deserto, lo raccontavo ai piccoli e timidi fiori senza nome, nascosti nelle solitudini della selva. Ed era di maggio. Solo gli angeli e una stella solitaria conoscono quella storia. Una falena si posava su una rosa di macchia, punteggiata di malinconia, e s'illuminava. E, nella luce, la flebile voce di Aisha: "Antonio, non piangere, sono tornata".
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