Io e Annabel abitavamo in uno sperduto casolare della splendida Garfagnana. Amavamo fare lunghe passeggiate nel folto dei boschi circostanti, in luoghi inaccessibili e sconosciuti ai più.
Conoscevamo erbe, piante e fiori selvatici, compresa la sterpaglia che di tanto in tanto ostruiva il nostro cammino, e sapevamo che, proprio in mezzo alla foresta oltre la montagna, vivevano gli gnomi.
Un giorno decisi di cambiare l'itinerario della nostra passeggiata. A un certo punto, lungo lo stretto sentiero nel bosco scuro, Annabel, profondamente meravigliata, si fermò di colpo e disse: "Guarda quei fiori selvatici arrampicati come edera a quel tronco secco!". Erano fiori di un rosa pallido, che vibravano ad ogni alito di vento. Il vecchio tronco d'albero sembrava felice di quell'abbraccio.
Per alcuni giorni, Annabel volle ritornare ad ammirare quegli insoliti fiori. Accadde allora un fatto che non dimenticherò mai più. Ricordo che era un sabato: io ero seduto mentre Annabel, vicina al vecchio tronco, guardava i fiori selvatici. Improvvisamente una nuvola azzurra le si avvicinò, l'avvolse e la condusse via insieme ai fiori che tanto amava. Proprio in quel momento il vecchio tronco si accasciò.
Per un attimo credetti di sognare, immobile e sbalordito, incapace di qualsiasi reazione; poi fui colto da una malinconia profonda. Ma in seguito pensai che la nuvola azzurra avesse portato Annabel in un luogo degno di lei.
Ora ho il passo pesante e certamente faticherò a raggiungere quel luogo, ma desidero andarvi ugualmente, nella speranza che scenda su di me quella stessa nuvola e mi conduca da Annabel.
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