Conosco un eremo solitario nella pace e nel silenzio dei monti, nascosto da alberi antichi che ascoltano le parole del vento. In quel luogo, crescono gigli, rose selvatiche e bacche di monte, riserva di cibo invernale per la gioia degli uccelli. Per dimenticare il buio del mondo e gli orizzonti distrutti, salgo lassù. Nell'eremo ho scoperto che Dio paziente mi ascolta, e non mi dà fatica pensare. Come sempre, nella quiete del ritorno una voce nascosta tra ombre incerte mi ripete: "Antonio, a bientot".
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