Nel vecchio casolare dell'appennino in cui nacqui, c'era l'abitudine di preparare il pane una volta alla settimana.
Tutte le famiglie del casolare cuocevano il pane nel medesimo forno, in modo da poter usare meno legna e quindi risparmiare. Oltretutto, prima di infornarlo, si dava una fiammata con qualche ramo di ginepro, che lasciava così un profumo caratteristico.
Una volta cotto, il pane veniva tolto dal forno con una pala di legno e le pagnotte venivano pulite ad una ad una con uno straccio bianco. In seguito venivano poste in un cesto di vimini, coperte da un telo di canapa e portate nella madia.
D'inverno, gli astuti gatti della zona andavano a dormire sulla cenere ancora calda che si accumulava nel retro del forno.
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